Salute

Salute: insufficienza renale, combatterla con dieta ipoproteica

Modena, 14 maggio 2011. -  "Un aiuto importante, oltre al controllo di diabete e pressione arteriosa, proviene anche dalla dieta", spiega Anna Laura Fantuzzi, dietista presso l'Unità Operativa di Scienza dell'Alimentazione e Dietetica del Nuovo Ospedale Estense di Modena e coordinatrice e referente dell'Ambulatorio di Malattie Renali. "Infatti - continua - nel trattamento, nella cura e nella gestione delle eventuali complicanze dell'insufficienza renale cronica non e' sufficiente predisporre una terapia dietetica a basso contenuto di proteine e sale, occorre anche prevedere e prevenire l'eccessivo accumulo di fosforo che costituisce un fattore di rischio importante nella progressione delle malattie renali. [MORE]

In particolare una dieta ipoproteica svolge una funzione protettiva contro quella che in letteratura viene definita la 'morte renale', prolungando la stabilizzazione della malattia e allontanando il momento della dialisi e dell'eventuale trapianto". "Quando il rene e' danneggiato, come avviene nei pazienti con insufficienza renale cronica - precisa Vittorio Andreucci, vicepresidente della Fondazione Italiana del Rene Onlus - non e' piu' in grado di eliminare il fosforo. In questi casi e' dunque necessario monitorarne minuziosamente il quantitativo introdotto con la dieta, specie attraverso latte e latticini, per contenere le quantita' seriche nei pazienti in predialisi in valori compresi tra 2,7 e 4,6 mg/dl e nei pazienti in dialisi tra 3,5 e 5,5 mg/dl.

L'iperfosfatemia nel paziente con insufficienza cronica e' molto pericolosa poiche' non solo aumenta di molto il rischio cardiovascolare, ma porta anche allo sviluppo di iperparatiroidismo secondario, ad alterazioni del metabolismo osseo e all'aumento di calcio e fosforo. Sono proprio le concentrazione eccessive nel sangue di questi due ultimi elementi a preoccupare perche' possono provocare la formazione di piccoli depositi di minerali in vari organi e tessuti che a loro volta ingenerano calcificazioni a livello cardiovascolare. E' dunque indispensabile prevenire questo evento con una dieta adeguata, poiche' anche con la dialisi non e' possibile eliminare completamente tutto il fosforo in eccesso". "Inoltre non va sottovalutato il fatto che una dieta ipoproteica gestita da un dietista con il supporto di un team motivato - conclude la dr.ssa Fantuzzi - e' in grado di ritardare l'accesso in dialisi di circa un anno e questo va a vantaggio sia di una migliore qualita' di vita del paziente, che non deve essere schiavo di una macchina che aiuti la funzionalita' renale, che di un notevole risparmio per il sistema sanitario, nel rispetto della farmaco-economia"