Estero
Sakineh Mohammadi-Ashtiani: fra verità ed illusioni è ancora giallo sulla sua esecuzione
TEHERAN-18 GENNAIO - Dopo mesi di smentite e false dichiarazioni, un uovo colpo di scena nella vicenda di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna iraniana condannata a morte per adulterio ed omicidio e per la cui liberazione hanno manifestato circa 100.000 persone.[MORE]
Solamente ieri mattina, l’Agenzia di stampa Isna aveva dato notizia di una lettera in cui una parlamentare iraniana, presidente della Commissione parlamentare iraniana per i diritti umani Zohre Elahian, annunciava alla neo presidente brasiliana Dilma Rousseff la sospensione anche della condanna all’impiccagione, dopo quella alla lapidazione: "Non sarà condannata a morte per impiccagione, la pena per adulterio e complicità nell'omicidio del marito è stata sospesa. Sebbene la sentenza di lapidazione non sia stata ancora finalizzata, la sentenza di impiccagione è stata sospesa per il perdono dei figli ". Ma la magistratura, tramite l’intervento del procuratore generale Gholam Hossein Mohseni smentisce immediatamente annunciando alla strampa che: "Il caso è ancora alle sue battute iniziali”.
Tutto rimane dunque inesorabilmente come prima, come se nulla fosse accaduto, con un duro colpo per i diritti umani. Malek Ajdar Sharifi, capo dell'apparato giudiziario della provincia dell'Azerbaigian dell'Est, dove la donna e' incarcerata da mesi, continua a sostenere che ''le notizie date in proposito non sono vere''.
Lo scorso anno, l’allora presidente brasiliano Lula aveva chiesto, in nome dei rapporti cordiali tra i due Paesi, di rilasciare Sakineh e permetterle di raggiungere il Brasile, dove avrebbe goduto di asilo politico, ma il governo di Teheran aveva categoricamente rifiutato. Dopo quattro anni di polemiche, questa non è altro che la tappa di una lunga vicenda che negli ultimi mesi ha visto una vasta mobilitazione internazionale per il rispetto dell'imprescindibile diritto alla vita.