Sacerdote condannato per estorsione. Senza offerta niente benedizione
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VERONA, 28 APRILE 2015 – Un sacerdote è stato condannato a un anno e due mesi per tentata estorsione. A deciderlo il giudice per l’udienza preliminare Isabella Cesari, che spiega quali sono le ragioni che sono costate a don S. C. la condanna: il cappellano del Cimitero monumentale, secondo l’accusa, sarebbe colpevole di aver preteso venti euro per benedire un defunto. L’inchiesta sul sacerdote, condotta dal pubblico ministero Gennaro Ottaviano, è però più antica, risale al 30 agosto del 2013, quando era stata presentata la denuncia alla Guardia di Finanza dal legale rappresentante di una ditta di pompe funebri veronese.[MORE]
Il legale, scrive il giudice nelle motivazioni della condanna, “precisava come fosse una prassi invalsa lasciare un’offerta ai sacerdoti per la benedizione delle salme da parte delle famiglie dei defunti, ma che se ciò non avveniva, don S. era l’unico sacerdote che avanzava pretese nei confronti della ditta di onoranze funebri; più volte a don S. era stato rappresentato che la ditta non aveva alcuna difficoltà a versare la somma al posto della famiglia del defunto, purché a fronte del rilascio di una ricevuta, ma l’imputato si era sempre rifiutato”. Da qui la denuncia che ha poi portato a condannare il sacerdote. L’avvocato Francesco Delaini, legale del cappellano, è già pronto per appellare a Venezia.
(foto dal sito www.cislveneto.it)
Michela Franzone