Politica

Sacconi, ministro insiste sulla minaccia terrorismo

ROMA, 31 OTTOBRE 2011 – Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, torna oggi sulle dichiarazioni rilasciate ieri in merito ad un possibile ritorno al terrorismo nel nostro paese. Il ministro aveva espresso i suoi timori in merito in un’intervista provocando la reazione immediata sia dei sindacati che di gran parte della classe politica.[MORE] Il titolare del Welfare si dice preoccupato non tanto per se stesso ma per le persone non protette che si trovano in questo particolare momento ad occuparsi della stesura delle riforme che sono previste nel piano che il governo ha presentato, piano la cui messa in atto dovrebbe portare il nostro paese sulla strada per uscire dalla crisi economica che lo ha colpito.


Sacconi si riferisce alle norme che il Consiglio dei ministri ha in preventivo di inserire in materia di licenziamenti sul lavoro e che falsamente vengono descritte come “ norme per i facili licenziamenti “, trattandosi invece di misure messe in atto per incoraggiare la crescita delle imprese nel nostro paese. Prendendo ad esempio la manifestazione degli indignati che si è svolta a Roma il 12 ottobre scorso durante la quale si è assistito ad una escalation di violenza incontrollabile, il titolare del Welfare si dice preoccupato e timoroso che dallo scontro verbale che si fa, di giorno in giorno più infuocato e violento, si possa poi passare ad un vero e proprio scontro fisico nelle piazze riportando il nostro paese agli anni bui del terrorismo.


Le reazioni non sono tardate a venire. Il giuslavorista e senatore Pd, Pietro Ichino, ha sottolineato come il rischio di azioni da parte di terroristi nel nostro paese non sia maggiore di ieri sottolineando come lo stesso presunto pericolo non debba essere usato per limitare il dibattito su questioni importanti come quella del lavoro. Anche Susanna Camusso, numero uno della Cgil, ribadisce l’intenzione di andare verso lo sciopero generale e aggiunge di sperare che il ministro parli avendo le informazioni giuste per farlo e non solo per rendere amcora più incandescente un clima che si presenta già molto difficile. Fanno eco alle parole della Camusso le dichiarazioni rilasciate da Olga D’Antona, vedova del giuslavorista Massimo D’Antona ucciso dalla Brigate Rosse nel 1999 e oggi deputata nelle file del Pd, che si dice preoccupata di come questo allarme terrorismo lanciato dal ministro possa portare ad ulteriori spaccature,oltre a quelle già create, nel mondo del lavoro.


A smussare i toni delle parole pronunciate dal titolare del Welfare, senza però rinunciare a sottolineare come i timori dello stesso ministro siano comunque timori fondati, ci pensa il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano dichiarando che non ci sono allarmi specifici in merito ad una riorganizzazione del terrorismo nel nostro paese invitando però a tenere nella giusta considerazione le parole pronunciate dal collega.
Certo è che la polemica sollevata e le dichiarazioni che rimbalzano al riguardo da tutte le parti in causa non fa altro che inasprire i toni di un dibattito già di per se incandescente.
Daniela Dragoni