Economia
Saccomanni, privatizzazioni: Introiti per 8-9 mld già dalla prima fase
MILANO, 12 FEBBRAIO 2014 - Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni - durante l'audizione in commissione Lavori pubblici del Senato – ha spiegato che «le motivazioni che hanno spinto l'Italia a intraprendere e realizzare un così ampio processo di dismissione di aziende pubbliche sono state diverse, la più importante delle quali e' stata proprio l'esigenza di ridurre in modo consistente il debito pubblico».
Saccomanni ha precisato che «Tale obiettivo è stato perseguito alla luce di accurate analisi dei costi e dei benefici di ciascun intervento. Riguardo alla prima fase di privatizzazione che si intende concludere entro l'anno ritengo possa essere considerata attendibile una stima complessiva di benefici finanziari per lo Stato dell'ordine di 8-9 miliardi di euro». [MORE]
Inoltre, in merito ai possibili introiti diretti per lo Stato, per il ministro dell’Economia: «Le stime devono essere considerate preliminari e provvisorie non essendo disponibili valori di riferimento di mercato per le realtà a oggi non quotate. Il governo guarda con favore a ipotesi concrete di dismissione di partecipazioni che potranno essere realizzate da proprie società controllate: il riferimento è a Ferrovie dello Stato e a Cassa Depositi e Prestiti, in particolare con l'apertura al capitale privato di Fincantieri».
Per quanto concerne le dismissioni di Poste ed Enav, Saccomanni ha evidenziato: «Si tratta di importi modesti ma va comunque dato un segnale all'Europa e a noi stessi perché stiamo cercando di trovare modi per ridurre il debito diversi dai tagli alla spesa pubblica e all'aumento dell'imposizione. Regolamentare, in fase di avvio, la dismissione di quote di minoranza, non preclude al governo la possibilità di dismettere in futuro ulteriori quote delle due società. L'obiettivo è quello di completare le operazioni di vendita di azioni di Poste Italiane ed Enav nel miglior modo possibile e in tempi brevi, tenendo ovviamente conto della situazione dei mercati finanziari nei mesi in cui si procederà all'esecuzione delle due operazioni».
E ancora: «Il governo, ritiene che possa proficuamente attivarsi un processo di apertura del capitale di Poste Italiane ad azionisti privati analogamente ai processi di privatizzazione avvenuti negli ultimi anni per altri operatori postali europei (Royal Mail in Inghilterra. Deutsche Post in Germania, Post in Austria, BPost in Belgio). Un percorso simile – precisa il Ministro - potrebbe determinare ulteriori processi di miglioramento delle performance aziendali nei prossimi anni con conseguente crescita del Gruppo Poste che potrà beneficiare anche di un nuovo canale di approvvigionamento (la Borsa) per il supporto delle proprie strategie di sviluppo e rafforzamento competitivo». Infine, Saccomanni ha concluso: «Già ora i correntisti stanno chiedendo se possono comprare azioni delle Poste».
(news.panorama.it)
Rosy Merola