Sabato dopo le Ceneri: Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori
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Inizio questa mia riflessione con una domanda: può un pubblico peccatore diventare discepolo del Signore? Per il mondo mai. Per Gesù invece sì. Infatti Lui passa, vede Levi, che è pubblicano, cioè esattore della tasse a beneficio del popolo dei Romani, e gli dice: “Seguimi”. Vieni dietro di me. Cammina con me. Sii mio discepolo per continuare domani la mia opera”. [MORE]
Gesù non vive di pregiudizi. Egli è la verità e nelle sue parole traspare sempre la più pura verità del Cielo.
Oggi, con questa chiamata, Gesù distrugge un mondo. Lo abbatte. Lo fa crollare. Abbatte e fa crollare tutta la mentalità chiusa dei farisei che privavano gli uomini di ogni vera speranza.
Con la chiamata di Levi Gesù apre la speranza al perdono per i peccatori e, non solo, a loro dice che possono diventare suoi discepoli e costruttori del suo regno e invitare ogni uomo alla conversione e alla santità. Ecco le parole di San Paolo: “Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna”. (1Tm 1,15-16).
Era questa la speranza che San Paolo creava nei cuori raccontando la sua chiamata sulla via di Damasco. Gesù è l’uomo della speranza. È l’uomo che dice ad ogni uomo che il suo passato non conta ai suoi occhi. Da ogni passato ogni persona si può riscattare. Si può redimere. Si può giustificare. Si può santificare. Può essere un santificatore di cuori e di anime.
Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. La Parola di Gesù è talmente ricca di grazia che il cuore si scioglie come neve al sole, da neve, da ghiaccio, da pietra diviene acqua che scorre seguendo Cristo ovunque egli vada.
Ma come spesso accade, si grida allo scandalo perché come ai farisei anche gli uomini di oggi riducono la religione ad un esercito di santi; pertanto, il peccatore resterà per sempre peccatore. Per lui nessuno possibilità di salvezza. La risposta di Gesù, però è inequivocabile e ferma: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Da chi va un medico? Presso quali persone si reca? Si reca dagli ammalati al fine di visitarli. Sono queste persone che hanno bisogno di lui, non certo coloro che sono sani. Gesù, vero medico delle anime, deve andare dai peccatori, da coloro che sono lontani da Dio.
Sono queste anime che hanno bisogno di Lui, sono i peccatori che necessitano della sua visita e delle sue cure. Chi è sano, giusto, santo non ha bisogno di Lui. La sua visita non gli serve e neanche la sua cura. Se il medico non si prende cura degli ammalati a che serve la sua medicina e la sua missione?
Questo vale per i farisei: Se voi farisei e dottori della Legge non vi prendete a cuore la salvezza dei peccatori a che serve la vostra scienza, la vostra dottrina, la vostra pretesa santità?
È proprio questa la vocazione del santo: santificare i peccatori. È questa la vocazione del dotto: istruire gli ignoranti e condurli sulla via della vera scienza. È questa la vocazione di ogni amico di Dio: fare amici di Dio tutti gli uomini. Poiché la vocazione è la stessa essenza di un uomo, se un uomo non vive la sua vocazione non vive neanche la sua essenza.