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Russiagate, Paul Manafort accusato di cospirazione e riciclaggio: si costituisce all'Fbi

WASHINGTON, 30 OTTOBRE - Paul Manafort, ex manager della campagna presidenziale di Donald Trump, si è consegnato questa mattina all’Fbi insieme al suo collaboratore Rick Gates. I dodici capi di imputazione sono stati resi pubblici dal procuratore speciale Robert Mueller: si tratta di cospirazione contro gli Stati Uniti, riciclaggio, per aver operato come lobbisti di paese stranieri senza essere registrati, per aver ingannato il governo riguardo alla natura della loro attività di lobbying in favore di paesi stranieri e per aver rilasciato false dichiarazioni. [MORE]

Gli altri sette capi di imputazione sono per non aver presentato i documenti appropriati relativi a conti finanziari all'estero. Manafort è stato responsabile della campagna elettorale di Trump da maggio ad agosto 2016, prendendo il posto di il posto di Corey Lewandowski; si dimise dopo essere stato accusato di aver ricevuto dodici milioni di euro dall'ex presidente ucraino Yanukovich.

La reazione iniziale della Casa Bianca è che i capi di accusa non riguardano il presidente, o le attività elettorali in maniera specifica, ma il timore è che questo sia solo l’inizio di un’offensiva legale capace di travolgere l’amministrazione.

Secondo quanto riporta il New York Times, Paul Manafort avrebbe riciclato più di 18 milioni di dollari "di beni nascosti all'estero e usati per mantenere uno stile di vita sontuoso senza pagarci tasse". Stando a quanto accertato finora invece, Rick Gates avrebbe fatto transitare circa 3 milioni da conti offshore. "Parte dello schema - riporta ancora il quotidiano newyorchese - era quello di fornire false informazioni, per truccare i libri contabili e i consulenti legali".

Sulla vicenda ha voluto dire la sua anche il partito democratico, che teme interferenze da parte della Casa Bianca. Il leader della minoranza democratica al Senato, Chuck Schumer, ha chiesto chiarezza avvertendo il presidente Trump: "Non deve, in nessuna circostanza, interferire con il lavoro del procuratore speciale Robert Mueller in alcun modo. Se lo fa, il Congresso deve rispondere repentinamente, inequivocabilmente e in maniera bipartisan, per garantire che l'inchiesta continui".

 

Giuseppe Sanzi

(fonte immagine abcnews.com)