Estero

Russia: violazione dei diritti LGBT da parte del regime

MOSCA, 13 NOVEMBRE 2013 - E' il caos in Russia, dove attivisti anti-gay si muovono ormai come cellule impazzite in piena libertà. I drammatici fatti che sono accaduti anche negli ultimi giorni non sono che l'ennesima dimostrazione di un' omofobia ed una xenofobia allo stato puro che si muovono con la complicità di polizia e autorità. [MORE]

Nei giorni scorsi due uomini mascherati hanno fatto irruzione nella sede di LaSky, un'organizzazione pubblica dedicata ai sieropositivi all'HIV che accoglie anche l'organizzazione LGBT "caress", inveendo con arma da fuoco contro i facenti parte dell'organizzazione. Durante questo attacco un attivista è rimasto gravemente ferito ad un occhio e rischia di perdere la vista.

Ma l' oppressione dei diritti umani dei LGBT affonda le radici nel terreno di autoritarismo creato da Vladimir Putin. Difatti, l'articolo 14 della legge stabilisce "l'obbligo per il governo della Federazione russa ad adottare misure volte a proteggere il fanciullo dalle informazioni dannose per la loro salute e per il loro sviluppo morale" (www.garant.ru), l'articolo è completato da una disposizione che tra le "informazioni dannose" include anche quelle che promuovono le relazioni sessuali "non tradizionali".

L'omosessualità e le proteste in favore dei diritti gay, in Russia, sono un vero e proprio reato. Ma il più grande reato è quello che toglie il diritto alla vita e Vladimir Putin ne è colpevole, non ci sono parole differenti per esprimere questo concetto. Perché non possiamo restare indifferenti di fronte alle "persecuzioni", alle continue violenze che avvengono sugli omosessuali, su chi si oppone al regime, sui partiti politici di opposizione e sui giornalisti. Una continua lotta alla sopravvivenza.

(immagine da balcanicaucaso.org)

Rossella Assanti