Estero
Russia, Putin ammette le proprie colpe sul rallentamento economico del paese
MOSCA, 12 DICEMBRE 2013 - Il presidente russo Vladimir Putin ha recentemente ammesso che la Russia non ha altri da biasimare che se stessa, riguardo l'attuale rallentamento economico, dichiarando che il paese, seppur ricco di energie naturali, avrebbe dovuto trovare nuovi orizzonti economici per riavviare la crescita. Con un bilancio che necessita di nuova linfa, Putin ha detto che le società offshore dovrebbero essere obbligate a pagare le tasse per il tesoro russo. Nello stato attuale in cui vessa la nazione, con una crisi economica che fa prevedere, per quest'anno, una crescita dell'1,4%, Putin è partito prima con la sua solita retorica di puntare il dito contro fattori esterni congiunturali le difficoltà economiche. Poi ha corretto il tiro.
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“Certo, siamo nel pieno di una crisi economica. Ma dobbiamo dire francamente che le principali conseguenze del rallentamento della crescita non sono di carattere esterno, ma interno”. Gli esperti hanno dichiarato che il fallimento di Putin per riformare l'economia durante il suo mandato lascerà il paese a fare i conti con un basso tasso di crescita anche negli anni a venire, dal momento che la Russia rimane aggrappata soltanto alle esportazioni di gas. “Per quanto riguarda l'indicatore chiave come la produttività del lavoro, siamo in forte ritardo rispetto ad altri paesi leader”, ha continuato Putin, “dobbiamo superare questo gap, e attivare nuovi fattori di sviluppo”. Ha quindi ribadito la necessità di tassare le società offshore: “se avete intenzione di tirar su una società offshore, siete i benvenuti. Ma siete pregati di pagare le tasse qui”. Le società russe sono note per la loro pratica di registrarsi all'estero nei paradisi fiscali come Cipro, per evitare di pagare le tasse a casa.
Foto: hurriyetdailynews.com
Dino Buonaiuto