Estero
Russia: La prigionia del giornalista Serghei Reznik
ROSTOV(RUSSIA), 30 NOVEMBRE 2013 - Sono ormai 4 giorni che Serghei Reznik, giornalista e blogger russo, è tenuto in prigione con l'accusa di falsa testimonianza. "Il carcere mi renderà più saggio" ha fatto sapere Serghei dopo il trasferimento in un altro centro di detenzione.
Essendo condannato per un reato minore, fa sapere che le condizioni in cui si trova sono soddisfacenti.
Ma per quanto tempo ancora il regime di Putin starà col fiato sul collo ai giornalisti? Per quanto tempo ancora aggressioni che restano impunite e carceri saranno l'arma con cui si tenterà di zittire chi si fa portavoce della verità? [MORE]
Serghei è stato accusato di aver scritto i suoi articoli con "libertà di coscienza", ma al giudice sarà sfuggito un articolo facente parte del codice penale russo: Art.14, della Sezione sullo status giuridico dei datenuti: "Ai detenuti è garantita la libertà di coscienza [...]". Ai detenuti, così come ai cittadini, ai giornalisti. Si tratta della libertà di pensiero, di espessione, della cosciente libertà di essere.
Serghei non si è perso d'animo. Spera che questa fase della sua vita lo renda più forte e che l'isolamento lo faccia riflettere maggiormente sull'importanza, sul senso della vita. Certo è che l'ingiusta prigionia del giornalista non ha lasciato indifferenti, ha mosso un polverone di critiche e persino il suo avvocato ha dichiarato: "il giudice è tenuto a vergognarsi! Questa non è sicuramente giustizia.."
(Immagine da party5dec.ru)
Rossella Assanti