Cultura e Spettacolo

Ruggero Pegna: Ciao Willy, se diventi un angelo custode, pensami!

Dolce Willy, guardo e riguardo la tua foto e non riesco a capacitarmi di quanto ti sia accaduto. Non riesco ad accettare che quattro Golia, ripugnanti solo a guardarli, abbiano davvero spento quel tuo sguardo felice, celeste e disarmante, i tuoi sogni, le tue speranze, il tuo sorriso radioso e folgorante. Sono certo che glielo hai mostrato in faccia, pieno di tenerezza, anche mentre cercavi di sottrarti e soffrivi, preso a calci e pugni dappertutto; mentre cercavi di difendere un tuo amico, e poi te stesso, dalla loro violenza brutale e cieca. Sorridevi e, innocentemente, li imploravi di fermarsi, di avere quella pietà che tu conoscevi e che ti ha spinto verso le loro spire soffocanti, di boidi squamosi e riluttanti. Magari, se lo avessero fatto, li avresti pure ringraziati, allargando il tuo viso in un sorriso di perdono, quelli che hai regalato a chiunque ti abbia conosciuto anche solo in una piccola foto apparsa sui giornali.

Eri così. Era così la tua espressione, lo specchio della tua anima bella e generosa, forse già in viaggio verso altre mete più adatte ai giusti e agli angeli. Col tuo volto pieno di amore e luce, hai preso il volo, quello che non farà mai chi, invece, sprofonderà nel vuoto della sua coscienza, trascinato giù dal peso di un crimine assurdo e orrendo. Convinto che da un momento all’altro fermassero il loro istinto disumano, sazi del tuo dolore e dello scricchiolio delle tue ossa, sono sicuro che gli avrai sorriso, perché a creature come te quello sguardo viene naturale, regalo della Provvidenza alle persone buone. Pronto a fare del bene e perfino, esile, a donarti senza paura per soccorrere un amico, non potevi immaginare che finissi come una piccola farfalla tra le mani gonfie di odio di quattro vili e inutili pupi giganti.

Sono certo che quegli occhi splendenti, quel tuo sguardo dolce e pieno di vita anche davanti alla morte, siano rimasti impressi nelle loro menti malate come il marchio atroce e indelebile della loro infinita infamia. Con quel viso illuminato dal candore del tuo animo speciale, con la sola forza del tuo essere un ragazzo bello e perbene, non sei riuscito a fermare quei Golia, più bestie di qualsiasi bestia, più disgustosi di qualsiasi mostro della fantascienza.

Quattro pupi giganti posseduti dal male ti hanno massacrato, dimostrando che l’uomo a volte può trasformarsi davvero nella bestia più malvagia e pericolosa. Questa volta il piccolo Davide, armato solo di un sorriso accecante, non ce l’ha fatta a vincere, sopraffatto da tutto il diabolico e infernale che in un essere umano può sostituire il nulla di affetti, moralità e valori.

Per ammazzare una farfalla sarebbe bastato un dito di uno loro, invece hanno infierito in quattro. Ho sentito e visto crimini di ogni tipo, ma questo è certamente uno dei più terribili e scioccanti. Inaccettabile, incomprensibile, raccapricciante. Con Willy e quel sorriso che non dimenticheremo mai, va via un po’ di noi. Va via un amico, un fratello, un figlio.

E’ bastata una foto per farcelo amare, apprendere notizie sulla sua vita per piangerlo come un nostro caro. Davanti a quegli ammassi tribali pieni di anabolizzanti, che hanno finito per comprimere cuore e cervello, non possono bastare indignazione e cordoglio. La giustizia dovrà fare il suo corso e dovrà dare a tutti la certezza di una pena senza sconti.

Si deve ai sogni infranti di Willy, al dolore dei familiari, ai suoi amici, ai noi stessi per una società migliore. Tanta inaudita violenza, tanta brutalità gratuita pari a quella degli animali più selvaggi, l’assassinio per diletto e prova muscolare di un ragazzo indifeso e buono, non possono avere alcuna attenuante. Brutti anche a vederli, quattro carri armati dalla carrozzeria deforme e malamente verniciata, resteranno per sempre l’immagine di tutte le negatività che un uomo possa mettere insieme. Willy ci mancherà, ma lo ritroveremo ogni volta che sapremo sorridere a chi avrà i suoi occhi pieni di desideri e speranze, il suo colore della pelle, la sua dolcezza, la sua incredibile e infinita voglia di vita. Lo riconosceremo in ogni giovane cameriere, inappuntabile e fiero, che ci servirà con papillon, gentilezza e sorrisi.

Lo applaudiremo quando un giovane immigrato diventerà un campione e correrà felice dopo un goal segnato. Willy mancherà alla sua famiglia, ma anche a tutti noi che siamo certi di averlo conosciuto e di averlo abbracciato, di essere stati serviti a cena in un ristorante in cui ha lavorato, di essere stati suoi compagni di banco. Questa volta il piccolo Davide non ce l’ha fatta. Sarebbe stato impossibile per chiunque, armato solo di un sorriso!

Caro Willy, ti penseremo spesso, ogni volta che avremo bisogno di quel tuo sorriso rassicurante, esplosivo. Ci apparirai raggiante, ogni volta che ognuno di noi lotterà contro il bullismo, il razzismo, la violenza di ogni tipo. Non diventerai un calciatore di successo ma, forse, eri destinato a segnare un goal più importante nelle coscienze di un mondo apatico e spesso indifferente, dove si fa a gara a svuotare i cervelli, gonfiare muscoli, costruire meno uomini e più bestie, da mostrare orgogliosi negli zoo dei reality di una società sempre più circo. Ciao Willy, se diventi un angelo custode, pensami!

Ruggero Pegna

(autore dei romanzi “Miracolo d’Amore”

e “Il cacciatore di meduse”, dedicato alla lotta al razzismo)