Cronaca
Ruby, il giudice prima firma l'assoluzione di Berlusconi poi si dimette: voleva la condanna
MILANO, 17 OTTOBRE 2014 - Prima firma le motivazioni dell’assoluzione di Silvio Berlusconi nell’ambito del “processo Ruby”e poi al fine di esprimere il proprio dissenso si dimette dalla magistratura. Questo quanto fatto dal giudice, nonché presidente del collegio della Corte d’Appello di Milano per il suddetto processo, Enrico Tranfa.
Un caso che non ha precedenti nella storia della giustizia italiana. Come noto soltanto ieri erano state rese note le motivazioni dell’assoluzione dell’allora presidente del Consiglio dall’accusa di concussione e prostituzione minorile. Un accusa per la quale in primo grado Berlusconi era stato condannato a sette anni.
Motivazioni dell’assoluzione controverse considerato che se per un verso riconoscevano come «circostanza non assistita da adeguato supporto probatorio» la possibilità che Berlusconi fosse a conoscenza della reale età di Ruby, al secolo Karima El Mahrough, dall’altro confermavano pienamente «il meccanismo retributivo delle ragazze partecipanti» alla serata di Arcore, sede del cosidetto Bunga Bunga.
«Nessuno è indispensabile, tutti possono essere utili» questo uno dei risicati commenti del giudice Tranfa, il quale comunque nel commentare la sua decisione ha parlato di «scelta meditata». «Ho dato le dimissioni, punto. Ognuno pensi quel che vuole» ha poi aggiunto. Tuttavia lo stesso giudice ha tenuto a precisare come «in tutta la mia vita non ho mai fatto nulla di impulso».[MORE]
Le dimissioni di Tranfa, adesso, associate alla recente pensione del giudice Flavio Lapertosa lascia la seconda sezione penale della Corte d’Appello di Milano senza presidenti. Enrico Tranfa, 70 anni, in magistratura dal 1975, rassegna le proprie dimissioni dopo 39 anni di servizio e a 15 mesi dalla pensione.
(Immagine da ilfattoquotidiano.it)
Giovanni Maria Elia