Cronaca

Ruby, Canzio : «Non sono coerenti le dimissioni di Tranfa»

MILANO, 19 OTTOBRE 2014 - Dopo aver firmato le motivazioni dell'assoluzione di Silvio Berlusconi nell'ambio del "processo Ruby", il giudice Enrico Tranfa, presidente del colleggio che ha emesso la sentenza, aveva rassegnato le proprie dimissioni dopo una «scelta meditata».

Sulla vicenda è intervenuto il presidente della Corte d'Appello di Milano, Giovanni Canzio, il quale ha affermato: «se motivate da personale dissenso, le dimmissioni di Tranfa non appaiono coerenti con le regole ordinamentali e deontologiche che impongono l'assoluto riserbo sulle dinamiche della Camera di consiglio». o "senz'altro un gesto clamoroso e inedito".

Il presidente della Corte d'Appello, nella sua nota rilasciata a due giorni di distanza dalle dimissioni del giudice Tranfa, ha aggiunto inoltre che senza dubbio si tratta di «gesto clamoroso e inedito». Per Giovanni Canzio le dimissioni di Tranfa, se dettate dal motivo riferito dai vari organi di stampa di mostrare il personale dissenso rispetto alla sentenza assolutoria di appello nel procedimento a carico di Silvio Berlusconi, «non appaiono coerenti con le regole ordinamentali e deontologiche, le quali - precisa Canzio - impongono l'assoluto riserbo dei giudici sulle dinamiche, fisiologiche, della formazione della decisione nella camera di consiglio dell'organo collegiale».[MORE]

«Ciò vale a maggiore ragione - ha aggiunto il presidente della Corte d'Apello - quando il processo sia stato celebrato, come nel caso concreto, in un clima di esemplare correttezza». 

(Immagine da ilgiornale.it)

Giovanni Maria Elia