Cronaca
'Ruby bis', sfogo di Lele Mora: «Ad Arcore c'è stato abuso di potere»
MILANO, 28 GIUGNO 2013 - «Dismisura, abuso di potere e degrado. Lo ha scritto un importante quotidiano a diffusione nazionale ed è proprio così», questo l’affondo di Lele Mora che - questa mattina - sta rilasciando dichiarazioni spontanee nell’ambito del processo Ruby bis, in cui è imputato per induzione e favoreggiamento alla prostituzione, anche minorile. L’ex talent scout prosegue il suo sfogo aggiungendo: «io ne sono stato passivo concorrente ma oggi non voglio più mangiare cibo avariato e lascio il compito ai miei difensori di chiarire».
Così, Lele Mora, pur facendo un “mea culpa”, declina ogni tipo di responsabilità:«È vero, ho partecipato alle feste di Silvio Berlusconi ad Arcore, è vero, ho accompagnato alle cene alcune ragazze, ed è anche vero che ho ricevuto un prestito da Berlusconi tramite Emilio Fede che avrebbe salvato la mia società. Ma non ho mai voluto condizionare le ragazze, non ho mai giudicato i loro comportamenti e non ho mai orientato le loro condotte con costrizione», ha precisato Mora sottolineando che «rispetta e non contesta l'attività di indagine della procura». [MORE]
Poi, l’ex talent scout passa al chiedere scusa: «Quando sono stato scarcerato pensavo alle tante polemiche che ho fatto contro i giornalisti (nello specifico al giornalista Corrado Formigli) e comunisti, con minacce cui mi vergogno. Voglio chiedere scusa a tutti. Il carcere ti obbliga a momenti di rilettura della vita e io voglio uscire da quella bufera infernale che mi ha tolto la luce».
Ed ancora: «Oggi non voglio più mangiare "cibo avariato" con i miei amici non voglio entrare nel merito dei fatti, non essendomi sottoposto all'esame lascio quindi ai miei difensori il compito di chiarire le mie ragioni sulla base delle prove acquisite. So che l'ignoranza della legge non perdona ma posso dire di non aver mai voluto condizionare la volontà di queste ragazze e credo di non averlo fatto. E non ho mai giudicato il loro comportamento, né inquadrato il loro comportamento come prostituzione».
Infine, Mora ha concluso: «Voglio uscire da questa bufera infernale che mi ha tolto la luce voglio vedere le stelle e il cielo azzurro».
Ricordiamo che, a fine maggio, il procuratore aggiunto di Milano, Pietro Forno – al termine della sua requisitoria nell'ambito del processo denominato 'Ruby 2'– ha chiesto una condanna a sette anni di reclusione per Nicole Minetti, Lele Mora e Emilio Fede, accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile.
(fonte: Corriere della Sera, La Repubblica)
Rosy Merola