Cronaca
Rubavano gasolio in Libia per rivenderlo in Italia: nove arresti
CATANIA, 18 OTTOBRE - La Guardia di Finanza del comando provinciale di Catania, con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, ha sgominato un'associazione a delinquere internazionale che riciclava gasolio libico rubato dalla raffineria libica di Zawyia, a 40 km a ovest di Tripoli, e lo trasportava via mare in Sicilia. Per trasportare il greggio, destinato alle raffinerie nel nostro Paese, i trafficanti si sarebbero serviti anche di navi 'fantasma'. [MORE]
Tra gli arrestati c’è anche l’amministratore delegato della società MaxCom, Marco Porta. Ai nove è stata contestata, oltre all'associazione criminale, anche l'aggravante mafiosa: secondo gli inquirenti alle attività illecite avrebbe inoltre partecipato anche Nicola Orazio Romeo, ritenuto vicino alla famiglia mafiosa dei Santapaola-Ercolano: sarebbe stato proprio lui a organizzare i trasporti del gasolio via mare.
Il gasolio importato illecitamente dalla Libia veniva poi distribuito dalla MaxCom in Sicilia e Campania grazie a una rete di vendita composta da «società cartiere» che avevano sede a Catania e nel Siracusano con depositi in diverse zone dell’isola. Grazie a questo sistema, le società avrebbero evaso sistematicamente l’Iva. I carichi di gasolio libico erano prima trasferiti nei depositi della MaxCom di Augusta, Civitavecchia e Venezia dove, a causa della quantità di zolfo presente sarebbe stato utilizzabile solo per le navi. Solo dopo una serie di miscelazioni per trasformarlo in gasolio adatto alle autovetture veniva immesso sul mercato italiano e in quello europeo, in particolare su Francia e Spagna.
Un affare gigantesco che coinvolgerebbe anche numerosi esponenti delle milizie libiche dell’Isis. Già nei mesi scorsi la Guardia di Finanza aveva denunciato la possibilità che "le importazioni di petrolio da zone sottoposte al controllo delle organizzazioni terroristiche abbiano come terminali anche le principali raffinerie italiane".
Giuseppe Sanzi
(fonte immagine Infooggi.it)