Rosy Bindi, ministre scelte perché belle. La replica delle possibili candidate Pd alle Regionali
Politica Veneto

Rosy Bindi, ministre scelte perché belle. La replica delle possibili candidate Pd alle Regionali

venerdì 12 settembre, 2014

VICENZA, 12 SETTEMBRE 2014 - Se ne sta facendo una gran questione. C’è chi replica a tono, chi non ha alcuna intenzione di entrare nel dibattito, chi si stizzisce. Dopo le affermazioni di Rosy Bindi, scoppia il caso “ministre del governo Renzi” scelte “non solo perché brave ma anche perché giovani e belle”.

A modo loro replicano tutte le possibili candidate Pd alla successione di Luca Zaia in Regione, quelle sulle quali si è vociferato negli ultimi tempi. La triade sulla quale l’elettorato del Pd potrebbe essere chiamato ad esprimersi alle primarie del Veneto è composta da Alessandra Moretti, Laura Puppato e Simonetta Rubinato.

La vicentina Moretti al Corriere replica chiedendo quale sia il punto: “La bellezza è un valore, anche in politica” dice Moretti, e aggiunge che di questi tempi “è un biglietto da visita che conta, anche per gli uomini” tanto che anche “in parlamento c’è chi ha il suo seguito”. [MORE]

Secondo Ppuppato “dall’antica Grecia a Cesare Lombroso, l’aspetto fisico è sempre stato investigato con curiosità e interesse, non scopriamo nulla di nuovo. Attenzione però” avverte la senatrice che si candidò alle primarie nazionali del 2012, “qui non si sta parlando di ragazze coccodè che scodinzolando dietro il potente di turno arrivano in alto senza storia, senza meriti, senza competenze, ma di donne che uniscono alla bellezza l’intelligenza, il coraggio, la visione, la sensibilità, l’empatia. La bellezza non è una colpa, e come tale non va criminalizzata, ma non è neppure un valore in sé: conta solo se unita ad altre doti. E poi è soggettiva, dunque meglio non applicare alla politica i canoni della tivù”.

Anche Simonetta Rubinato interviene e insiste sull’idea che sarebbe il caso di elevare la questione parlando della “bellezza delle idee” piuttosto che della “bellezza delle donne”. “Non vorrei che si sfruttasse l’essere belli come strumento di potere nei rapporti interpersonali, perdendo così di vista quelli che sono e devono rimanere i valori prioritari nell’impegno politico. E’ indubbio che nel mondo contemporaneo la bellezza fisica rappresenti un vantaggio non indifferente. Ritengo, però, che la bellezza diventi valore quando l’aspetto estetico si armonizza bene con quello etico. Tanto più in politica, dove l’obiettivo rimane il perseguimento del bene comune”.

Federica Sterza

 


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