Politica
Rosy Bindi lascia la politica: "Voglio ritornare alla teologia e ai viaggi"
ROMA, 10 APRILE – Dopo 27 anni da parlamentare, durante i quali si è conquistata anche due poltrone da ministro, Rosy Bindi lascerà la politica, come annuncia lei stessa in una lunga intervista al Fatto Quotidiano in edicola. Ha ricoperto l'incarico di ministro della Sanità dal 1996 al 2000 e quello di ministro per le Politiche per la famiglia dal 2006 al 2008; è stata vicepresidente della Camera dei deputati dal 2008 al 2013 e presidente del Partito Democratico dal 2009 al 2013.[MORE]
La fine della carriera politica della Bindi è prevista per la fine della legislatura. "Ho lavorato in questo Palazzo per ventitré anni, e prima ancora altri cinque a Strasburgo. La passione mi ha tenuta viva e integra. Fare politica non è un mestiere, ed è impossibile servirla senza quel fuoco che arde. Finita questa legislatura lascerò il campo" dice Rosy Bindi.
Racconta poi che "la vita è più e meglio di ciò che facciamo, per quanto onorevole e gratificante. Vorrei dedicarmi agli studi, tornare al mio vecchio amore per la teologia. E poi viaggiare un po'. Come dice Romano Prodi, finora sono stata in tutti gli aeroporti del mondo. Ma non mi ritirerò a vita privata. Maria Eletta Martini e Tina Anselmi finchè hanno potuto si sono impegnate. E io vedo un gran bisogno di formazione alla politica e di ricostruzione delle reti associative"
"Ho lasciato una casa incompiuta e ora la ritrovo un po' diroccata. Il Pd come si è visto non funziona se si trasforma in un carro al seguito dell'uomo solo al comando. Se riprende quella strada, forse avrà vita". Impegnata nella commissione Antimafia la Bindi, da sempre antirenziana, è rimasta fuori dal dibattito politico più acceso degli ultimi mesi.
La politica parla poi di Papa Francesco come l'unico leader da seguire, che i 5 stelle sanno "convincere la gente" e che Orlando ed Emiliano "sono competitori veri" di Renzi. Dei due spiega di essere più vicina a Orlando. "I miei amici stanno con lui, e io mi sento naturalmente più vicina alla sua idea di governo plurale del partito"
Maria Azzarello
credit: Il blog di Daniele Martinelli