Resilienze

Romanzo a puntate di Walter Perri Capitolo 1° “Giulia e il campanello”

Ben ritrovati! Infooggi e io, grazie alla fiducia ancora accordatami dall’editore – prima ancora mio carissimo amico – siamo ritornati per farvi compagnia o cercare di farlo, ogni sabato di fine mese, da qui all’estate prossima. Abbiamo sposato un progetto ardito, che mi preoccupa e che tenterò di portare a termine solo per l’insistenza della direzione del giornale; non ho potuto dire di no, all’osservazione secondo la quale questa è una sfida nuova da condividere e che se Infooggi è pronto a raccoglierla, io non posso tirami indietro.

Ok, di fronte a tanta fiducia ho solo da porgere il capo. Si tratterà di un romanzo a puntate. Il titolo? Non lo so. Quanto durerà? Non lo so. Ogni capitolo è e sarà figlio di quello che scriverò nel mese di pubblicazione… Il titolo verrà… Ma in un concetto d’opera così, non è la cosa più importante… Il romanzo non esiste… esisteranno di mese in mese, nell’ultima settimana, i capitoli che via via lo comporranno sino alla sua fine… Sarà un romanzo di piglio esistenziale e, se ci riesco, lo condirò con qualcuna tra le mie uscite di filosofia domestica che molti di voi avranno trovato sul mio profilo di FB.

Sarà il numero della persone che leggerete ogni sabato di fine mese il capitolo pubblicato, che mi darà il metro del vostro gradimento e il carburante per aggiungere un nuovo capitolo da leggere il mese che verrà…. Un abbraccio a tutti e a tutte e buona lettura… per osservazioni, suggerimenti o solo per parlare, potrete scrivermi all’indirizzo walterperri@yaooh.com… anche gli haters saranno i benvenuti… del resto, ognuno di noi porta il suo fardello… Un abbraccio forte! (Walter Perri)-

“Arrivo! Arrivo! Un po' di pazienza!”… “Benedette scale!”

“Arrivo!, Un attimo”!…

“Ecco…!, Ci sono…!”

“Ah! Sei tu!… Pensavo fosse il postino… E’ un insolente di ragazzo, sai?!… Sempre di fretta e sempre come se volesse bruciarmi il campanello!”

“Papà, tu mi farai prendere un colpo… È un quarto d’ora che suono… Tra un po' chiamavo i vigili….!”

“Ero nel seminterrato! Da lì mi è difficile sentire il campanello!...”

“Ma come papà…!? Ti ho fatto mettere un campanello che ogni volta che lo suono ho pietà per i vicini!...”

“Ma che dici Giulia!?… A Volte funziona, a volte no...Mi fai sempre queste storie…!”

“Papà, tu cerchi sempre di ciurlare nel manico...”

“Ciurlare nel manico? E che significa?”

“Significa che sei il solito furbacchione e ogni volta ti prepari la difesa per quello che sai che io ti dirò ancora una volta...”

“Ma no, se il campanello a volte funziona e a volte no, che cosa ci debbo fare?… Lo avrei aggiustato… però non mi avete mai portato la cassetta dei ferri che ho lasciato a casa a mare…”

“Si, dieci anni fa… Papà, per favore….

Ogni volta che ti chiamo al telefono mi togli sei mesi di vita!… se va bene rispondi alla quinta chiamata… io non ce la faccio più a disturbare la vicina perché ti venga a bussare alla porta, a menare colpi sulla ringhiera del balcone, perché tu risponda e io mi tranquillizzi…”

“Quante storie che fai… lo sai, sono preso nelle mie cose e a volte ci sta che non sento il telefono o il campanello…!”

“No papà, sennò torniamo sull’argomento degli apparecchi acustici… hai fatto una storia e mi hai fatto fare una figuraccia con quel poverino che andava e veniva tentando di installarteli…”

“Sai benissimo che non voglio niente nelle mie orecchie… ci sento benissimo!… A proposito, sai che ho comprato delle bellissime cuffie per ascoltare la musica?… Aspetta, vado a prenderle… vedrai che gioiellino…!”

“Dopo, papà, dopo…! Non cercare di confondermi come al solito…! Devi smetterla e cercare di convincerti…! Tu hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a gestire queste cose…!”

“Eh??, Dimmi quindi, cosa intendi?”

“Dico solo che hai bisogno di una persona che anche per qualche ora al giorno ti collabori in queste piccole situazioni… rispondere al telefono, aprire la porta se qualcuno suona il campanello…”

“Cioè, Giulia… Vieni al dunque… Non è che tu stai pensando a una badante??!! Perchè se pensi questo io sono assolutamente contrario e non lascerò a nessuno il compito di governarmi! Mi governo da solo! Cosa vuoi che sia il campanello, il telefono?!! Dovrei mettere in casa una sconosciuta solo per il fatto che ogni tanto, occupandomi di altro, non sento chi bussa alla porta o mi chiama al telefono?”

“Papà, prima di suonare, ho cercato di aprire con la chiave che tu mi hai dato… ma non entrava nella toppa… tu mi imbrogli papà…”

“Eh… forse l’ho confusa con quella della casa dei tuoi nonni…! E va bene!...,  lo sai come sono fatto… Pensare che qualcuno, anche fossi tu, mi apra la porta mentre non me lo aspetto mi disturba… Ma non ti serve la chiave, ti apro io, tranquilla…”

“Si, come è successo oggi… Sei troppo cocciuto e non capisci quanti disturbi mi dai per questo…”

“Senti, Papà, volevo dirti… io devo partire…”

“Parti?... E dove vai?”

“L’azienda per cui lavoro ha vinto un appalto in Australia e mi ha chiesto se intendo diventare la direttrice dei lavori che dovranno essere realizzati… è un’occasione unica per me, papà… Come faccio a dire di no?…”

“L’Australia è di là dal mondo…! Non ti rivedrò mai più…! Quando qui in paese sono partiti gli emigrati per laggiù, le mamme si sono vestite a lutto… Molte di loro non hanno più visto i loro figli… troppo lontano… Da lì non si torna più una volta che ci si va…”

“Ma no papà, un paio di anni al massimo! E torno! Non è come una volta!”

“E tu sei convinta che mi ci trovi ancora qui tra un paio di anni?”

“Ma papà, ho lottato tutta la mia vita per un’occasione del genere!!”

“La tua occasione, amore di figlia,  era stato Roberto… Un bravo ragazzo, con un buon stipendio come il tuo… avreste potuto formarvi una bella vita insieme… e mi avresti dato forse la gioia di essere nonno… eh... magari…; e invece non vado più nemmeno al parco a passeggiare perché non sopporto tutta quella sfilza di miei coetanei con i loro nipotini in braccio, tutti apparati a fare i maestri della vita che verrà…”

“Papà, mi sembrava che avessimo chiuso per sempre questo argomento…”

“Si, perdonami… non so come mi è tornato in mente… fai conto che sia una fisima insignificante di un vecchio ormai mezzo balordo… Va bene tu parti… ma c’è Salvo! Che bisogno ho di qualcun altro durante la tua assenza?...”

“Papà, Salvo è in Germania, ti sei scordato? E sta avendo mille difficoltà per via di quella donna che lo ha irretito fino a farne il suo compagno e adesso lo ha anche chiamato in causa per  quella figlia che lei ha peraltro avuto con un altro…pretende che la mantenga lui!...”

“Nessuno di voi due mi ha voluto ascoltare… e non avete neppure mai ascoltato vostra madre, che se n'è andata prima del tempo con il cuore pieno di preoccupazioni per te e lui… ci fosse ancora lei!..., Forse saprei meglio tentare di aiutarvi per aggiustare quello che è venuto male nelle vostre vite… del resto, un padre deve ritenersi impegnato in questo per tutta la sua esistenza, checché ne pensiate voi figli…

Io lo so che io e mamma abbiamo sbagliato in molte cose e che quel che è  andato storto forse è stata  la conseguenza delle nostre disattenzioni… forse abbiamo dato tutto per scontato… a volte noi genitori non sappiamo leggere quello che è più importante per i nostri figli… ci preoccupiamo troppo dei bisogni interpretati e poco delle necessità  spesso  bisbigliate nelle confusioni dell’età, che si provano a nascondere come una specie di imbarazzo… I giovani poi,  non aiutate molto i genitori a gestire bene i loro ruoli… siete spesso superbi e finite per lasciar credere di non avere nulla da chiedere… la superbia giovanile è una brutta bestia… Tante cose in più ci saremmo detti con mio padre e mia madre, se non fossi stato così superbo da credere che l’età che ci divideva avrebbe reso inutile ogni dialogo, ogni confronto…!”

“Papà, lascia stare questi discorsi… Sei così bravo a deviare i nòccioli delle questioni!  Tu devi prendere qualcuno che ti aiuti… nelle cose quotidiane… e dia la possibilità a noi tuoi figli di poterci dedicare alla nostra esistenza… Quante volte, papà, ci hai raccontato delle tue rinunce, delle cose che hai dovuto lasciar perdere per via dei legami di famiglia? Secondo te, è giusto che ciò si ripeta per me e mio fratello?”

“No, non è giusto… quello che è giusto è che voi siate definitivamente liberi da ciò che vi opprime per causa mia… farò come dici tu….”

“Papà, una mia collega di lavoro, mi ha fatto conoscere una persona splendida… viene dall’Ucraina… ha lasciato casa per via della guerra… è molto istruita, ama la filosofia, la letteratura… proprio come te… pare quasi che qualcuno abbia fatto in modo che voi due vi incontriate…”

“Bada, Giulia… io ho la mia indipendenza… in tutto… l’accetterò solo se lei si limiterà giusto alle cose che mi hai ripetuto… rispondere al telefono, prendermi appunti, sentire il campanello e aprire a meno che io non sia contrario che ciò avvenga a secondo di chi bussa…”

“Papà, quello che chiede è poco e provvederò io… il mio nuovo impiego in Australia mi porterà con sé un aumento considerevole di stipendio…”

“Giulia, io sono in parte contento della tua nuova opportunità di lavoro… Sai quanto ti conosco… So quello che manca nella tua vita e non si tratta di un aumento di stipendio e tu lo sai… Più di dirti che ti voglio bene e che non avrò pace finché non ti saprò felice, cosa potrei dirti? Il tempo è passato in fretta e mi ha messo fretta, ormai… “

“Niente, papà, avremo ancora molti giorni da passare assieme… Vieni che ti voglio abbracciare…! Adesso devo andare… ho promesso a quelli della parrocchia  che andrò a cena con loro stasera… Ci vediamo così di rado… a proposito, hai preparato la cena?”

“E’ tutto a posto; la signora della villetta di fronte, mi ha portato pomeriggio un bollito di carne che mi è parso molto saporito… tra un po' metto su un po' di pastina e la cosa è fatta…”

“Papà, ma non è che la signora della villetta di fronte ci prova con te? Ho saputo che è vedova… sta bene… Magari le dai un po' più di confidenza…”

“Giulia, io ho avuto una sola donna che mi ha aiutato a costruire la vita che ho vissuto… tua madre… nessuna mai prenderà il suo posto...”

“Scherzavo, dai...va bene papà, domani cerco di sentire la signora che ti dicevo e se va tutto bene te la presento… Dammi una chiave di casa che funzioni, così non devo fare nuovamente la giostra di oggi per entrare… “

“Ma quale giostra…! ero giù nel seminterrato, te l’ho detto… Ecco la chiave…!”

“Dammi un bacio papà… e quando chiudi la porta a chiave, non lasciarla nella toppa””

“A domani piccola mia… fai sempre attenzione…! E dì a don Zeno che qualche volta potrebbe anche  passare a trovarmi! Non cercherò più di attentare alle sue convinzioni metafisiche…! Ci berremo soltanto un bicchierino di grappa, che per quanto ho capito, lui non disdegna affatto!…

“Ciao, papà! A domani!”



Walter Perri



Leggi Anche

Capitolo 1° 
Giulia e il campanello
Capitolo 2°
La solitudine
Capitolo 3°
Olga
Capitolo 4°
Giulia e la sua anima
Capitolo 5°  
Enzo e Olga
Capitolo 6°  
Enzo e Olga II
Capitolo 7°  
Le illusioni
Capitolo 8°
Genitorialità
Capitolo 9°
La partenza di Giulia
Capitolo 10°
Il ritorno di Salvo
Capitolo 11°
Aspettando l’arrivo di Salvo
Capitolo 12°
Il Vento in Faccia