Cronaca

Roma: spese folli dell'Atac, dalla vigilanza ai ricambi per le fotocopiatrici

ROMA, 17 OTTOBRE 2015 - Spese pazze all'Atac: quasi tutto senza bando di gara. Dai 357 euro per guanti di protezione (foderanti in jersey), ai 24 milioni di euro totali per tre appalti di manutenzione annuale di 53 convogli sulle linee metro A e B alle quali si aggiungono decine di voci analoghe, fino ad arrivare ai quasi 50 milioni per il servizio di vigilanza ”spezzettato” in lotti. Acquisto di 1 pennello, 210 euro (20 agosto 2011). Fornitura di 1 disco abrasivo, 160 euro (14 maggio 2012). Noleggio di 10 casotti prefabbricati da adibire a ufficio-cassa in diversi parcheggi di Roma, 34 mila euro (10 gennaio 2011). Targhetta adesiva, 185 euro (5 gennaio 2011). Acquisto di 1 caschetto antiurto, 335 euro (10 luglio 2012). Si potrebbe proseguire all’infinito. Questo il risultato dell'ultimo scandolo che vede protagonista l'azienda di trasporti romana, l'Atac, che dal 2011 ad oggi ha speso  2,2 miliardi di euro per lavori, beni e servizi. Il caso più eclatante resta quello della vigilanza armata e della manutenzione di treni e bus. Per i vigilantes si è fatto ricorso a dieci procedure negoziate senza pubblicazione, che nel totale si aggirano sui 50milioni di euro. Uno dei lotti, nel 2015, è arrivato a superare i 15,4 milioni di euro per servizio di "vigilanza armata, portierato e ronda presso tutti i siti di Atac Spa dal 16 febbraio al 30 settembre con una deliberazione del Cda".

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Secondo quanto riportato dall' Autorità nazionale anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, nel 90% dei casi questi soldi sono stati spesi senza gara. Ben 1,6 miliardi di euro, insomma, in questi cinque anni sono passati attraverso 20mila negoziazioni dirette. Cantone ha dato tempo all’azienda dei trasporti pubblici di Roma fino al 15 novembre per fornire spiegazioni, pena le sanzioni previste dalla legge. Dal canto sua l'Atac si difende rispodnendo con una nota "dai primi riscontri emerge che il dato medio degli affidamenti diretti è minore dell’1%".Ma anche il senatore Stefano Esposito, Pd, promette che riporterà tutto dinnanzi alla procura. Dello stesso parere Matteo Orfini, commissario Pd di Roma, il quale dichiara che "Qualcuno risponderà di questo disastro. Chi lo ha perpetrato ai danni dei cittadini romani, ma anche chi non ha avuto la forza e il coraggio di intervenire. Il lavoro di bonifica non si ferma".

 

(foto:valeriani.info)

Filomena I. Gaudioso