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Roma, perquisiti uffici di Acea. Indagato Saccani

ROMA, 27 LUGLIO – I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Roma hanno perquisito questa mattina gli uffici di Acea Ato 2, in piazzale Ostiense, per sequestrare documentazione relativa alla captazione di acqua dal bacino del lago di Bracciano. È stato notificato un avviso di garanzia al presidente di Acea Ato2 Paolo Tolmino Saccani che risulta indagato per inquinamento ambientale, ipotesi colposa.[MORE]

La fattispecie è prevista dall’articolo 452 quinquies del codice penale riguardante «delitti colposi contro l’ambiente» che richiama l’articolo 452 bis sull’inquinamento ambientale. In particolare, quest’ultima norma punisce la condotta di chi, tra l’altro, «abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili delle acque o dell’aria».

Sarebbero due le denunce riguardo la criticità del lago di Bracciano, riserva idrica della Capitale, presentate alla procura di Civitavecchia che ha disposto l’atto istruttorio. L’inchiesta è seguita dal capo procuratore Andrea Vardaro e dal sostituto procuratore Dario Spagnolo.

Saccani: Acea innocente. Negli scorsi giorni l’ingegnere Paolo Saccani aveva detto: “A Roma non ci sarebbe alcuna emergenza idrica, la città non correrebbe alcun rischio siccità” e l’ordinanza con cui la Regione Lazio vieta all’Acea di approvvigionarsi nelle acque del lago di Bracciano dal 28 luglio è “un atto illegittimo, abnorme e sostanzialmente inutile rispetto all’obiettivo di tutela del lago”. Acea, continua, non sta prosciugando il lago di Bracciano: il prelievo “attualmente è inferiore ai 1.100 litri al secondo: noi siamo responsabili di un calo del livello delle acque solo di 1,54 millimetri al giorno, il resto, circa 8 millimetri, è dovuto all’evaporazione per il caldo e probabilmente anche ai moltissimi prelievi abusivi per pozzi privati.

“Con questa ordinanza la Regione dice di voler tutelare il lago ma il livello continuerà a scendere anche dopo aver bloccato le nostre captazioni con in più il risultato di aver lasciato centinaia di migliaia di persone senza acqua” “Non ci sono alternative: o viene ritirata l’ordinanza e continuiamo a prelevare l’acqua da Bracciano, o saremo costretti a partire con la turnazione o abbassamenti di pressione che riguarderanno circa 1.500.000 di romani. Se l’ordinanza resta al momento non possiamo fare altro che eseguirla, ma ci opporremo in tutte le sedi possibili per annullare questo atto”. “Lo stop fissato dall’ordinanza è alla mezzanotte di venerdì, poi avremo per due giorni i serbatoi ancora pieni. I primi effetti del divieto dei prelievi potrebbero esserci già da domenica sera e lunedì potrebbe cominciare la turnazione. Il peggio tuttavia sarà dalla fine di agosto al rientro dalle ferie”.

 

Maria Azzarello

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