Politica

Roma: Marino cambia squadra.Sfida a Renzi: "Giudichi dai fatti". Ma il premier è sempre più distante

ROMA, 29 LUGLIO 2015 - Quattro nuovi assessori, un preciso elenco di priorità e obiettivi (“decoro, pulizia, mobilità e casa”) e la 'sfida' a Renzi: “Ci giudichi dai fatti per ciò che facciamo”. Il sindaco di Roma Ignazio Marino prova così a rilanciare il lavoro della sua giunta schiacciata da mille difficoltà. In Campidoglio ieri ha presentato la nuova squadra, composta da 4 new entry, Marco Causi (vicesindaco con delega al Bilancio e al Personale), Marco Rossi Doria (assessore a Scuola e Periferie), Stefano Esposito (Trasporti) e Luigina Di Liegro (Turismo). "Cambiare Roma: due fasi, un solo obiettivo", lo slogan scelto per questa 'ripartenza': “Adesso abbiamo altri tre anni per cambiare la città”, annuncia Marino. [MORE]

Ma l'impressione è che il Marino ter nasca senza l'egida di Matteo Renzi, sempre più intenzionato a tenersi alla larga dalla polveriera romana, in attesa del “segnale” chiesto ieri dal presidente del Consiglio in una lettera al Messaggero. Altrimenti, sarebbe questa secondo molti l'opinione di Renzi, meglio andare al voto nel 2016 insieme a Milano, Torino e Napoli. “Il sindaco è eletto direttamente dai cittadini. Oneri e onori sono di una persona sola”, ricorda il premier, come a voler sottolineare la sua presa di distanza. Confermata dallo stesso Marino quando in conferenza stampa rivela di non aver avuto “contatti diretti” con Renzi nelle ultime 24 ore. E anche dall'esecutivo non arrivano altre sponde: il ministro dell'Interno Angelino Alfano non proporrà lo scioglimento per mafia del comune di Roma, ma nella relazione del governo evidenzierà i “gravissimi episodi” di mafia Capitale che “il sindaco a sottovalutato”.

Con nove assessori dimissionari in appena due anni e la nuova giunta che da alleanza di centro sinistra diventa monocolore Pd, ogni voto rischia di essere fatale per il sindaco Marino. Ipotesi tutt'altro che remota visto che Sel, rimasta fuori dal rimpasto, garantirà l'appoggio esterno, valutando però di volta in volta come votare in Consiglio. Insomma, per il momento Renzi sembra intenzionato a aspettare senza forzare la mano. E per il momento lascia fare al presidente dem e commissario romano Matteo Orfini, convinto che il partito di governo non possa abbandonare Roma, perché una caduta di Marino avrebbe ripercussioni anche sul governo e sul segretario.

La scommessa di Orfini passa per i nomi nuovi scelti per il rimpasto. Il neo vicesindaco di Roma Marco Causi prende la fondamentale delega al Bilancio: spetterà a lui, già membro della giunta Veltroni e dunque esperto conoscitore dei conti romani razionalizzare la spesa. Ai trasporti e alla mobilità va il senatore Pd Stefano Esposito. Marco Rossi Doria, già ex sottosegretario all'Istruzione nei governi Monti e Letta, sarà il nuovo assessore alla Scuola in Campidoglio. Luigina Di Liegro, infine, sarà assessore al Turismo. Da qui Marino deve ripartire: "Per i prossimi tre anni il programma di midterm prevede obiettivi concreti, risultati visibili e tempi certi. Ora penseremo al decoro, alla pulizia, alla mobilità, alla casa e alla rigenerazione urbana".

Tiziano Rugi