Cronaca
Roma, ennesimo episodio razzista. Aggredite a Monterotondo perché indossavano il velo
ROMA, 31 MARZO 2012 – Accerchiate, insultate e, infine, picchiate. Il motivo? Essere vestite “come i kamikaze”. È un misto di razzismo ed ignoranza quello che mercoledì ha colpito Nadia, 38 anni, che da vent'anni vive a Monterotondo e Neila Azzabi, di tre anni più giovane, che al momento dell'aggressione indossava il chador, nella centrale via Bruno Buozzi, luogo di ritrovo per molti giovani.
Uno degli aggressori, operaio italiano di 27 anni, rintracciata nelle ore immediatamente successive all'aggressione, si è scusata per l'accaduto, cosa che non gli eviterà di rispondere per lesioni, percosse e per delitti contro i culti ammessi nello Stato. I carabinieri stanno ancora cercando il resto del gruppo.
«Ero seduta al bar con mia sorella Neila e mio figlio quando un gruppetto di una decina di ragazzi ha cominciato ad insultarci perché mia sorella indossava il velo. Abbiamo cercato di ignorarli ma loro continuavano» - ha raccontato Nadia - «così è intervenuto un militare che ci ha consigliato di allontanarci e ha fatto vedere loro un tesserino, ma hanno deriso anche lui. Un ragazzo ha cercato di darmi un calcio, ma ha perso l'equilibrio. Una ragazza mi ha dato uno schiaffo sulla nuca quando mi sono girata e ho visto mia sorella a terra con tre ragazzi intorno a lei che la prendevano a calci e pugni e continuavano ad insultarla cercando di strapparle il velo dalla testa. Le dicevano “kamikaze vai a farti esplodere nel tuo Paese”, così ho lasciato mio figlio alla barista per aiutarla». Entrambe sono state poi portate all'ospedale di Monterotondo, dove hanno avuto una prognosi di tre e cinque giorni.[MORE]
Intanto la politica scende in campo. Da un lato con le solite dichiarazioni di rito che però non smuovono di un millimetro la situazione in un paese che sta sviluppando una sempre maggiore intolleranza razziale, dall'altro con il tentativo di “ricucire” i rapporti tra la città e le due donne aggredite. «Qui», ha detto il sindaco Mauro Alessandri, che ha espresso la volontà di voler incontrare al più presto le due sorelle «ci sono decine di comunità diverse, i musulmani sono tanti, specie egiziani e tunisini. Non era mai successo qualcosa del genere».
«Non possiamo e non dobbiamo mai restare indifferenti quando vengono calpestati e oltraggiati i diritti delle persone ed è necessario fare tutto il possibile per tutelare chi viene da un altro Paese e intende integrarsi senza per questo tagliare le proprie radici», ha commentato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, che ha espresso la propria solidarietà e quella della Provincia di Roma.E intanto, come evidenzia l'ex ministra Mara Carfagna, lo Stato «tifa per l'integrazione di tutti e la convivenza pacifica».
(foto: ilmessaggero.it)
Andrea Intonti