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Cgil, lavoro sempre piu' precario; far ripartire tavolo

ROMA, 20 GENNA - IL Nel Lazio e a Roma il lavoro e' sempre piu' precario: bisogna far ripartire il 'tavolo' sulla capitale e promuovere a livello nazionale un'occupazione di qualita'. E' quanto afferma il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Michele Azzola, sulla base dei dati Inps, Istat e ministero del Lavoro. Nel Lazio - fa notare il sindacalista - continuano crescere i contratti a termine: nel mese di novembre sono stati il 77,69% del totale dei contratti attivati, portando la media annua al 73,51%. Cio' significa tre assunzioni su quattro, ma molto spesso - avverte - si tratta di piu' contratti a termine attivati per la stessa persona.[MORE]

"Incrociando i dati - continua Azzola - emerge inoltre che la maggioranza di questi contratti ha una durata breve, spesso brevissima: da 1 a 30 giorni per circa il 60%, il 30% dei quali si riduce a un giorno. Questo non e' precariato: e' qualcosa di peggio. E' il trionfo dei lavoretti e a chi svolge lavoretti non si applicano gli ammortizzatori sociali perche' non viene raggiunto il numero minimo di settimane. Parallelamente si riduce sempre di piu' il perimetro di coloro che godono di un contratto a tempo indeterminato. Nel periodo gennaio-novembre 2017 i contratti a tempo indeterminato non sostituiti sono stati 38.335, un dato significativamente piu' alto rispetto al 2016, quando nello stesso intervallo di tempo sono stati persi 26.787 posti di lavoro stabile.

"A dispetto delle tante agevolazioni alle aziende - aggiunge - crescono poi troppo poco i contratti di apprendistato ma soprattutto sono insufficienti le trasformazioni. Per quanto riguarda gli stagionali, quella forte crescita del turismo nel 2017 di cui tanto si parla non trova rispondenza nei contratti stipulati. Si tratta di turismo non accompagnato dal lavoro o siamo forse di fronte a un lavoro sommerso che incrementa i dati gia' allarmanti dell'Eures secondo cui nella sola provincia di Roma l'economia non osservata produce un valore aggiunto di 19,2 miliardi di euro, di cui 17,7 derivanti dall'economia sommersa e 1,5 proveniente da quella illegale?". "Questo scenario - osserva Azzola - rende evidente e non piu' rinviabile la necessita' di invertire la tendenza e restituire dignita' al lavoro. Il Jobs act e' miseramente fallito".

"La nuova legislatura nazionale e regionale che uscira' dal voto del 4 marzo - conclude - dovra' reintervenire sulla normativa del lavoro e far ripartire alla svelta il tavolo per Roma e la promozione di un'occupazione di qualita'".