Cronaca
Rom e sinti a Montecitorio per ottenere diritti da sempre rinnegati
ROMA, 10 NOVEMBRE 2011 – Davanti a Montecitorio 200 persone e 22 associazioni rom e sinti per protestare contro il governo ed ottenere lo status di minoranza politica e il riconoscimento delle persecuzioni subite.[MORE]
Nei giorni scorsi durante le alluvioni che hanno colpito il nord-ovest dell’Italia, l’on. della Lega Nord Davide Cavallotto, manifestava sollievo perché le alluvioni erano riuscite nell’impresa di sgomberare il campo nomadi abusivo sul Lungo Stura a Torino. Ieri, davanti alla Camera dei deputati, i sinti e rom italiani hanno risposto alle provocazioni e chiesto il riconoscimento dei «diritti che sono stati continuamente rinnegati e oggi vogliamo ottenere perché siamo italiani», spiega Enic Renato, presidente associazione sinti italiani di Brescia.
Oltre al riconoscimento di minoranza «che chiediamo da 600-700 anni» e quello delle persecuzioni «a cui anche noi e anche qui in Italia siamo stati sottoposti durante la seconda guerra mondiale», oggi sotto lo slogan 'crohl chetane', tutti uniti, i rom e sinti hanno chiesto al governo l'istituzione «urgente» di tavoli tecnici per affrontare subito le problematiche legate al lavoro, ma soprattutto alla casa. Un tema fondamentale, quest'ultimo, che vede le associazioni sostenere la "moratoria degli sgomberi senza alternative" e la «chiusura dei cosiddetti 'campi nomadi' che, anche attraverso soluzioni diversificate quali microaree, portino all'accesso alla casa o all'acquisto di terreni su cui poter edificare in autocostruzione».
Si perché se fosse riconosciuto loro lo status di minoranza, «non ci sarebbe più spazio per fantasie stereotipate su 'nomadi' e 'zingari', ne' per decreti di emergenza, 'campi nomadi', divieti di sosta...», spiega Radames Gabrielli, presidente della Federazione rom e sinti insieme e promotore dell'iniziativa.
Per quanto riguarda le accuse degli scorsi giorni dell’onorevole Cavallotto i rom e sinti rispondono: «è un pensiero malvagio» , «non è umano», «la Lega Nord è meglio che vada» , «Noi siamo italiani non loro».
E aggiungono: «Chiediamo di essere riconosciuti come popolazione, chiediamo il dono della memoria, perché anche noi siamo caduti in tempo di guerra e l’Italia è rimasta l’unica nazione a non riconoscerci».
In video: Rom e Sinti: "Lega razzista, anche noi siamo italiani" (Il fatto quotidiano)
Marika Di Cristina