Cronaca

Rogo della Thyssen, pene da rivedere

TERNI, 26 APRILE 2014 – Le sezioni penali della Corte di Cassazione hanno annullato la sentenza della Corte d’appello di Torino in merito alla tragedia della Thyssenkrupp. Per i giudici della Suprema Corte sono da rimodulare le condanne – e le rispettive pene, probabilmente al ribasso - per omicidio colposo e omissione volontaria di cautele contro gli incidenti inflitte in secondo grado ai sei menager della multinazionale tedesca dell’acciaio, ritenuti responsabili del rogo alla Thyssen di Torino, che nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007 costò la vita a sette operai. Processo da rivedere, in appello, a Torino.

In attesa della motivazione della sentenza, cresce la tensione: il pm di Torino Raffaele Guariniello, dichiara di essere pronto a chiedere «un aumento» delle suddette pene, paventando tra l’altro la tesi che il processo si possa estinguere per la prescrizione dei reati. Ipotesi smentita dalla stessa Corte di Cassazione: «Dopo la decisione di giovedì, che ha accertato le responsabilità degli imputati, la prescrizione non decorre più e non c’è alcun rischio di “colpo di spugna”. Ridando natura autonoma al reato di rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni abbiamo fatto un discorso “squisitamente tecnico” che consentirà ai giudici dell’appello di riscrivere una sentenza inoppugnabile in caso di ricorsi alla corte di Strasburgo».[MORE]

Delusione per i parenti delle vittime. «Siamo delusi perché dopo sei anni e mezzo non è stata ancora scritta la parola fine», commenta l’unico lavoratore sopravvissuto alla tragedia, Antonio Boccuzzi, attualmente deputato del Pd.

Sollievo invece tra la fila degli imputati: «Sembra il risveglio da un incubo. Ho tirato un sospiro di sollievo», ha commentato a caldo Marco Pucci, amministratore delegato dell’Ast di Terni.

(Foto: si24.it)

Domenico Carelli