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Road to Russia 2018: Argentina, la Bombonera non basta. Balzo Cile, crollo Colombia.
BUENOS AIRES, 6 OTTOBRE - Una bolgia infernale, la Bombonera, nella serata che avrebbe dovuto spingere l’Argentina di Leo Messi alla vittoria - e al contestuale approdo al quarto posto - sul Perù. Ma nemmeno la Doce della Boca, per l’occasione tinta di albiceleste, è riuscita nell’impresa. L’Argentina non vince né segna (ancora una volta), nonostante un arrembaggio che dura novanta minuti più recupero. Tiene botta, invece, il Perù, che riesce a resistere all’urto di Golia e sogna ancora il mondiale di Russia. [MORE]
Un Perù tosto, che torna a casa indenne, grazie alle parate di Gallese, ai numerosi errori sotto porta di Benedetto e a un clamoroso legno colto da Messi. Il pareggio fa scivolare l’Albiceleste al sesto posto in classifica, fuori anche dalla zona ripescaggio. Una speranza a Sampaoli la dà, però, il clamoroso ribaltone subito dalla Colombia contro il Paraguay: agli argentini basterà un successo martedì prossimo a Quito contro l’Ecuador per acciuffare la qualificazione diretta al mondiale o assicurarsi almeno il quinto posto che vale lo spareggio contro la Nuova Zelanda.
LA PARTITA DELLA BOMBONERA. Sampaoli ha schierato la formazione ipotizzata alla vigilia, con Benedetto unica punta davanti al tridente formato da Di Maria, Messi e il “Papu” Gomez, una linea di difesa a quattro e la coppia di centrocampo composta da Biglia e Banega. Una formula che non ha prodotto alcun risultato nei primi 45’, salvo due pericolosi sinistri della Pulce e un colpo di testa del centravanti del Boca poco prima del riposo. Anzi, la migliore occasione del primo tempo è capitata agli ospiti, che hanno fallito il vantaggio al 34’ con una deviazione sotto misura di Farfan. La tanto decantata pressione della Bombonera non ha sortito alcun effetto, con il pubblico per lunghi tratti ammutolito dall’impotenza di Messi e compagnia contro un Perù organizzato e attento a chiudere ogni minimo spazio.
Nella ripresa si materializza una sorta di maledizione davanti alla porta peruviana. Nonostante il netto dominio sul piano del gioco, in rapida successione arrivano i grossolani errori di Benedetto, le strepitose parate di Gallese (fenomenale su Biglia al 47’ e su Gomez al 57’), e il clamoroso palo colto di destro da Messi al 46’, a porta quasi spalancata. Ci ha provato persino Mascherano, con un destro dalla distanza di poco alto al 76’, ma non c’è stato nulla da fare. A complicare tutto ci si sono messe pure le prove incolore di Banega e Di Maria (quest’ultimo sostituito al 46’) e il crack al ginocchio di Gago, entrato e uscito nel giro di pochi minuti, tanto da costringere Sampaoli a dover rinunciare all’ingresso di Icardi per il disperato assalto finale.
Avesse vinto la Colombia, così come pareva fino all’88’, l’Abiceleste si sarebbe ritrovata con più di un piede fuori da Russia 2018. Invece alla Seleccion basterà vincere martedì prossimo a Quito. “Nello spogliatoio è esploso l’entusiasmo quando ci siamo resi conto che basterà battere l’Ecuador per qualificarci”, ha dichiarato Sampaoli. Il problema è che l’Albiceleste dovrà segnare, cosa per nulla scontata alla luce dell’anemia offensiva testimoniata dalle 16 reti realizzate in 17 partite (nono attacco, meglio solo della Bolivia), con appena un gol messo a segno nelle ultime quattro uscite.
A PROPOSITO DI COLOMBIA… Cinque minuti di pura follia calcistica. Non si può spiegare in altri termini il clamoroso finale di partita tra Colombia e Paraguay. I Cafeteros, praticamente già in viaggio per la Russia, rovinano tutto con due amnesie difensive e tre clamorose occasioni gettate al vento. Ora dovranno fare scalo in Perù e guadagnarsi il prosieguo del viaggio verso il Mondiale. L’Albirroja, eliminata fino a cento secondi dal novantesimo, approfitta degli errori colombiani e conquista in maniera incredibile il diritto di giocarsi fino all’ultima partita la qualificazione (in casa contro il Venezuela).
Un finale da brividi per i colombiani. Eppure, quando al 78’ Falcao scavalca Silva con un pallonetto su millimetrico lancio di Charà e il Metropolitano esplode, tutti pensano che si tratti del gol qualificazione. Ma aspettate, siamo in Sudamerica… La follia s’impadronisce degli ultimi minuti. Zapata e Ospina sbagliano su un pallone lanciato in area senza troppe pretese e Cardozo, di ritorno in nazionale quasi per caso (infortunio di Barrios) a quattro anni dall'ultima volta, firma il pareggio. La Colombia non ci sta e in due minuti e mezzo ha tre occasioni clamorose per segnare: Charà, Arias e Fabra sprecano l'impossibile, il Paraguay ringrazia e segna con Sanabria, uno che di gol pesanti nel recupero se ne intende (chiedere al Real Madrid). Finisce 1 a 2. Tutto rimandato alla notte tra martedì e mercoledì. Un’altra pazzesca noche de fútbol.
BALZO CILENO. Nell’altalena di emozioni che ci regala la notte sudamericana, il Cile torna a fare sul serio. Dopo due sorprendenti sconfitte consecutive, infatti, vince 2-1 contro l’Ecuador e si porta dal sesto al terzo posto in classifica. Nel primo tempo ci pensa Vargas, l’ex Napoli, a sbloccare il risultato con il suo trentacinquesimo gol in Nazionale.
Nel secondo tempo, brutta notizia per la Roja, Vidal si fa ammonire e per questo salterà la gara decisiva contro il Brasile. Ai cileni, forse, sarà sembrato che il destino avesse voltato loro le spalle, quando l’Ecuador a sorpresa trova il pari con Romario Ibarra. Il Cile però, a secco di bel gioco, dimostra carattere: due minuti e nuovo vantaggio con Alexis Sanchez, dopo una caparbia azione di Vidal, che recupera un pallone ormai in pieno possesso ecuadoreño.
Ora diventa fondamentale il match di San Paolo contro il Brasile. Sono bastati 90 minuti per cancellarne 180 disastrosi ed ora il futuro è di nuovo nelle mani della Roja.
Claudio Canzone
Fonte foto: repubblica.it