Rivalutata la figura di Lucrezia Borgia nel romanzo "La figlia del papa" di Dario Fo
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LAMEZIA TERME, 14 MAGGIO 2015 - Rivalutata la figura di Lucrezia Borgia, bella e dannata , senza scrupoli, vittima e complice del padre, il cardinale Rodrigo Borgia, divenuto papa con nome di Alessandro VI e degna compagna del fratello Cesare, attraverso il romanzo di ambientazione storica “ La figlia del papa” di Dario Fo, premio Nobel per la Letteratura nel 1997, presentato dalla professoressa Costanza Falvo D’Urso nel corso di un incontro organizzato dall’Uniter, presieduta da Italo Leone. [MORE]
Dopo una breve analisi storica , da parte del professore Francesco Vescio, sul Rinascimento in cui visse Lucrezia Borgia, la professoressa Falvo D’Urso ha messo in luce i motivi profondi che hanno indotto Dario Fo a cercare una verità diversa da quella tramandataci su Lucrezia come una delle creature femminili più perverse della storia al centro di mille crimini e misfatti. Il drammaturgo e attore Dario Fo, staccandosi dalle ricostruzioni scandalistiche trasmesse nei secoli da scrittori, filosofi, storici, riesce a cogliere le peculiarità umane, intellettive, politiche e strategiche di Lucrezia Borgia avvalendosi dei documenti degli archivi della famiglia estense a Modena e delle biblioteche di Cesena e Forlì, alcuni di recente decodificati, perché scritti con codici segreti.
Dario Fo racconta con passione, coinvolgimento e affetto le vicissitudini di Lucrezia Borgia, già da adolescente, succube dei giochi di potere del padre e dello spietatissimo fratello Cesare, entrambi organizzatori delle sue prime precocissime nozze. Una vita incredibile la sua: in soli 39 anni tre volte moglie (un marito assassinato), otto figli e uno illegittimo,diversi amanti tra cui Pietro Bembo con il quale condivideva l'amore per l'arte e, in particolare, per la poesia. Crescendo e maturando, Lucrezia impara a conquistare la sua autonomia dagli intrighi di corte e a crearsi il suo spazio coltivando l’amore per l’arte, il teatro, e la poesia e quando, grazie alle nozze con Alfonso d’Este, diventa duchessa di Ferrara, diventa anche mecenate.
« L’autore – ha affermato Costanza Falvo D’Urso – nel romanzo sottolinea il cambiamento di Lucrezia attestato dall’incitamento al suo popolo a seguire la dottrina di San Bernardino e Santa Caterina da Siena, dall’aiuto ai più deboli e dalla fondazione, nel 1512, del primo Monte di Pietà a Ferrara per soccorrere i poveri. Si occupava perfino delle carceri e delle condizioni dei carcerati oltre che dei bisognosi che si rivolgevano a lei dissolvendo giudizi e dicerie sulla sua persona». Nel romanzo è sempre presente lo schieramento dell’autore verso Lucrezia Borgia, morta nel 1516 di febbre puerperale, in quanto, come egli stesso ha riferito in un’intervista , identifica la protagonista con la Franca Rame, la sua amatissima compagna di vita, scomparsa qualche tempo fa. Anche lei bella, spregiudicata e sempre pronta ad aiutare gli altri. Anche lei bionda e molto chiacchierata.
Lina Latelli Nucifero