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Ritorno-show big in panchina, stecca solo Allegri Sarri, Mourinho e Spalletti protagonisti
Ritorno-show big in panchina, stecca solo Allegri Sarri, Mourinho e Spalletti protagonisti, Inzaghi ricarica Inter
ROMA, 30 AGO - A volte ritornano, ed è una festa, come dimostrano Sarri, Mourinho e Spalletti. A volte invece possono essere problemi. Max Allegri alla Juventus non ha perso il suo sorriso smagliante ma una piega amara ora non riesce a nasconderla. Dopo il pari di Udine e il flop con l'Empoli all'orizzonte c'è il big match, dopo le Nazionali, in casa del Napoli, perché tre indizi farebbero una prova.
Per ora si attende la chiusura del mercato per sanare il buco a centrocampo, mentre per sostituire Ronaldo certo 24 ore non bastano. Allegri fa gli scongiuri: ritornare su una panchina dove si è vinto molto raramente procura nuovi allori: alla Juve c'è riuscito Lippi e, parzialmente, Trapattoni. Ma ci sono stati flop da parte di colleghi esperti e vincenti: Sacchi e Capello hanno fallito al Milan, Mancini all'Inter. Allegri può dire, invitando alla calma, che in fondo lui riparte dal quarto posto preso con le unghie da Pirlo all'ultima giornata, ma certo sconcertano alcune sue scelta tattiche, su cui però c'è tutto il tempo per rimediare.
Max del resto una super rimonta l'ha già attuata nel 2016: -12 punti alla decima e poi scudetto con +9. Però il ruolo di favorita assoluta ora la Juve lo vede rimesso in discussione. L'Inter, che doveva essere sconsolata vedova di Conte, Hakimi e Lukaku, veleggia in vetta e il nuovo timoniere Inzaghi si è istallato con naturalezza. Il trapianto di allenatori esperti ha fatto bene alla serie A: tre senatori da tempo assenti, Sarri, Mourinho e Spalletti, sono tornati diventando subito protagonisti. Le due romane, le due milanesi (Pioli è l'unico in testa ad avere conservato il posto dallo scorso anno) e il Napoli sono a punteggio pieno, e non era affatto scontato. Maurizio Sarri ha portato il suo gioco che non si improvvisa, ma la Lazio è stata brava a riciclarsi grazie ai suoi uomini chiave che hanno creduto subito nel progetto, aiutati dai nuovi entrati Hysaj, Pedro e Anderson.
Di solito ci vuole tempo per avere risultati, ma la Lazio ha ingranato straripando con nove gol in due gare, con Immobile subito capo cannoniere con quattro gol. Più sorprendente ancora l'impronta che sta lasciando Mourinho nella Roma: quattro vittorie di fila, ma soprattutto il rigore e l'applicazione nella fase difensiva, tallone d'Achille della gestione Fonseca. Gli inserimenti di Abraham e Shomorudov hanno reso più prolifico l'attacco supportato da Pellegrini e Veretout, goleador di complemento. Qui il gap da colmare è più ampio (come sottolinea astutamente Mou, si parte da -29 dallo scudetto e da -16 dalla Champions) ma l'entusiasmo, la carica del tecnico possono accelerare la ripresa. Alla lotta al vertice partecipa di diritto anche il Napoli di Spalletti, senza Osimhen e Zielinski, e con Insigne che deve rinnovare il contratto. Confrontarsi con De Laurentiis non è facile, ma il tecnico di Certaldo ha carisma ed esperienza per difendere le sue prerogative, e la squadra lo segue: visto che non mancano i talenti, la razionalizzazione di Spalletti può portare lontano. Dopo due giornate si sono delineate già bene le forze in campo: minimo il ritardo della settima, la super collaudata Atalanta di Gasperini. Delle sette pretendenti a titolo e Champions all'appello manca solo la Juve e questo ritardo rende ancora più appetibile il campionato che sta ritrovando il calore e l'entusiasmo dei tifosi.