Interviste
Riscoprirsi madre, intervista all'autore don Alessandro Carioti
Catanzaro, 16 Luglio - “Tutto iniziò con la scelta di andarmene via da casa per convivere con Manuel. Ero molto giovane”.
Si apre così, con un profondo monologo interiore, l’esperienza esistenziale di una giovane donna, che abbraccerà le vite di chi le sta accanto e che trasporterà, con un procedimento catartico, i fruitori che si appresteranno ad immergersi in questo viaggio saturo di avvenenti contenuti, di ogni generazione.
Don Alessandro Carioti, parroco della parrocchia Maria Madre della Chiesa in Catanzaro, teologo, molto attivo pastoralmente con incontri formativi, specialmente rivolti ai giovani, per la prima volta, dopo varie pubblicazioni di carattere teologico, si cimenta nel genere romanzesco, con una narrazione intrigante ed incisiva, con 'Riscoprirsi madre'.
In questo romanzo d'esordio egli affronta disagi e difficoltà diffusi nelle famiglie di oggi ed in particolare punta i riflettori sulla difficoltà dei genitori di saper ascoltare i propri figli. Si fanno tante cose per loro ma non ci si accorge veramente di loro. Mai una domanda, mai un interesse per sapere qualcosa di più. Si dà tutto per scontato e non ci si accorge dei possibili disagi. Lo fa senza mai giudicare, con un racconto che nasce dal cuore di una madre e si rivolge al cuore di quanti lo leggeranno. Un racconto intriso di speranza, che incita a non scegliere mai la via più semplice della resa nei momenti di maggiore difficoltà, ma a cercare sempre una ragione per continuare a combattere, ad avere l'umiltà di chiedere aiuto. Una storia carica di amore, la vera forza che spinge a combattere, una forza che può fare miracoli. Una storia di vita parrocchiale, di disabilità, di volontariato ma, soprattutto, la storia di una donna che, grazie ai tre grandi valori su cui ha edificato la sua vita, Fede, amore e famiglia, si 'riscopre madre'.
Con una scrittura elegante ma asciutta e di facile comprensione, arriva diretta al cuore di giovani e adulti e si legge con grande piacere.
Saverio Fontana ha voluto rivolgere alcune domande a don Alessandro, per cogliere al meglio la ragione profonda del racconto.
Don Alessandro, la voce narrante,totalmente coinvolta nella vicenda, racconta la storia in prima persona ed in modo particolare è anonima. Come mai questa scelta narrativa?
Se il narratore fosse stato esterno alla vicenda, sarebbe stato al di sopra di tutti. Utilizzando, invece, tale tecnica ho avuto la possibilità di introdurre il lettore direttamente nella narrazione e coinvolgerlo emotivamente nella persona di chi racconta, immedesimando il lettore in una sorta di vicenda che è capace di parlare personalmente alla sua coscienza. Solo così, la narrazione si presenta in modo ammaliante e può realmente rendere partecipi coloro i quali si accingono a conoscere la storia, passo dopo passo, mediante la memoria della protagonista.
La vicenda è ispirata a vicende o situazioni realmente accadute o sono stati frutto di ispirazione degli incontri che lei tiene con i giovani?
Il romanzo è vero-simile e realistico, tuttavia non rappresenta avvenimenti di cui ho fatto esperienza, né accaduti a persone omonime ai personaggi. È una narrazione creata esclusivamente dalla fantasia ma include ed elabora situazioni che, nellanostra società odierna, notiamo spesso, dunque, in qualche modo, ci appartengono e fanno partedel vissuto dei giovani e degli adulti. Certo, gli incontri che tengo sovente con ragazzi, giovani e adulti, mi arricchiscono molto sia in ambito pastorale che dal punto di vista umano. I giovani sono una enorme e necessaria risorsa per la nostra società e desiderano essere ascoltati e compresi. Il nostro compito deve essere quello di accompagnarli e guidarli verso la piena e vera realizzazione della loro esistenza, sempre considerando una determinata Verità, racchiusa tra le diverse pagine del libro, che dà senso ai singoli momenti.
L'affettività assume un ruolo molto importante in questo romanzo. In che modo è sentito questo argomento dai giovani?
Potremmo dire che l’affettività è tra i sentimenti più presenti nel mondo giovanile. Il bisogno di uscire fuori dalla propria solitudine, aprire il cuore a un’altra persona, sentirsi appagati anche da una sincera amicizia, condividere delle esperienze significative, rappresentano alcune ragioni fondamentali attraverso cui i giovani esprimono la loro voglia di vita e il profondo legame tra loro. La questione dell’affettività, però, non riguarda solo il tipo di sentimento vissuto ma il modo di approccio con cui esso è vissuto. Infatti, quando l’affettività è lasciata solo alla libera istintività del cuore, rimanendo ancorati alle proprie convinzioni e non si è disposti a confrontarsi con i principi della fede e di altri “mondi umani”, l’affettività può cadere nell’egoismo, nel rigidismo delle proprie idee, in relazioni in cui prevale un atteggiamento possessivo che priva gli altri della propria libertà.
Il romanzo pone accento a questo aspetto dell’affettività mettendo in rilievo un’affettività fiduciosa e matura: solo quando ci si pone in dialogo e ci sifida degli altri, si è, allora, capaci di ricevere tanta ricchezza umana, spirituale e culturale.
'L'amore è un dono perché non vi è parte di noi che non venga coinvolta: intelligenza, cuore, passione, sentimenti, lacrime, persino il respiro'. Questa forza è presente in ogni donna e in ogni uomo ma non tutti riescono a farla venire fuori quando serve. Come si può essere d'aiuto?
L’amore è qualcosa che non si inventa, poiché esso si manifesta sempre in determinate condizioni in cui è richiesta la capacità di esserci, di dare sempre, non solo quando le cose vanno bene, ma soprattutto in condizioni di particolare difficoltà. Infatti, quando la nostra vita (o degli altri), è messa a dura prova dalle circostanze, allora si lotta per la propria sopravvivenza o per un ideale di sommo valore, per cui la vita vale la pena di essere veramente vissuta. In questi momenti ognuno dà il meglio di se stesso, perché ama la vita, ne apprezza il senso e la bontà del vivere. Solo l’amore è capace di dedicare tempo, sacrifici, impegno, dedizione, per ridare equilibrio e felicità alla sua vita o a quella degli altri.
Un’ultima domanda, don Alessandro. Nel romanzo si evince una dicotomia esistenziale inoppugnabile, realmente presente nella vita di ogni uomo e donna, “sacrificio e gioia”. Come si concilia questo contrasto? [MORE]
Sacrificio e gioia rappresentano una ineluttabile concatenazione. Nessuno può fare a meno di combattere e affrontare i sacrifici della sua esistenza se non con i limiti e le forze che gli sono propri. Così, la gioia, che è già contenuta in modo celato nello stesso sacrificio, rappresenta l’anima che incoraggia l’uomo, attraverso i percorsi obbligati delle difficoltà, a far convergere le proprie energie verso una meta. Quando ognuno di noi accoglie tale equilibrio dei contrari e accetta di viverlo con pienezza, allora scopre, in se stesso, un ricco bagaglio di potenzialità e risorse, spesso sconosciute perfino a lui stesso.
Saverio Fontana