Fantasticherie del cuore
Riscoprire il mistero dell'obbedienza soprannaturale
La Vergine è nella mente di molti credenti e spesso ne diviene il punto di riferimento di una vita, qualsiasi sia l’attivitàà svolta o l’incarico, economico, politico, professionale, religioso ricoperto. Questa “donna” è da sempre un esempio indelebile di vera obbedienza, fino al punto di concepire il Figlio dell’Uomo non certo per natura, ma solo per l’obbedienza a Dio, consegnandosi, dimessa e fiduciosa, interamente alla sua eterna volontà.“Avvenga di me secondo la tua parola!”. Maria con il suo sì compie una vera rivoluzione nell’animo dell’Umanità, aprendo un varco per ogni uomo verso l’alta dimensione dello spirito, spesso presente solo in vane e futili parole, ma senza incidere concretamente sul quotidiano. Ci troviamo dinnanzi ad una obbedienza che esalta la propria personalità e ne scopre le potenzialità più profonde. Fa bene alzare le mani al cielo!
La forza o il limite dell’uomo di fede non stanno nel numero delle sue scoperte a favore o meno del progresso umano, ma nella sua capacità o inadeguatezza di essere nel mondo senza dipendere da esso. Gesù dice in Giovanni: “Sono nel mondo ma non sono del mondo”. Il credente non può non concedere al “Padre Creatore” tutta la sua obbedienza. Un gesto non di schiavitù, ma di assoluta redenzione, necessario per leggere la realtà con il cuore libero da ogni tentativo di falsificazione. Nell’obbedienza ogni cosa impossibile diventa fattibile, nonostante la mentalità corrente, ancorata ad un relativismo di comodo. Un camuffata condizione generale che offre una visione del mondo molto più circoscritta, anche nel rapporto con un Dio personale con il quale si può convivere, pur non mettendo mai in discussione le malefatte e le contraddizioni della propria esistenza. [MORE]
Maria persino sotto la croce, consegnata alle cure di Giovanni, accettò senza alcuna riserva di essere la Madre di tutti, prendendo sul suo cuore le pene, i drammi e le gioie di ogni persona. Ancora una volta Maria è madre per obbedienza e non per natura. Fare quindi una seria distinzione tra obbedienza a Dio e obbedienza alla natura diventa per il cristiano un passo indispensabile per contribuire al miglioramento della propria comunità. Se ci si guarda intorno non sfuggirà a nessuno come questa distinzione non sia purtroppo presa in seria e costante considerazione, rinunciando di fatto alla costruzione di un mondo migliore. L’obbedienza a Dio lascia in mille occasioni il passo all’obbedienza alla natura, con i risultati sociali che non pongono al centro, se non a parole, la dignità dell’uomo, al di là del censo e delle sue condizioni attuali. Non può mancare a questo punto un flash filmato che ci ricordi le parole di Gesù a Maria e Giovanni sotto la croce.
Il teologo mons. di Bruno spesse volte ha osservato che “la natura, se non ben governata, inganna, illude, spinge in più occasioni ad essere immorali, ladri, disonesti, privi di valori universali, idolatri, ingenerosi persino con la propria madre e il proprio padre”. La bestemmia così rischia di diventare di casa e le superstizioni aumentano il loro volume, consentendo ad altri di approfittare di ogni debolezza interiore che si riflette nel tempo ugualmente su quella fisica. La natura, senza un riparo forte spirituale, conduce chiunque verso il male, via più agevole da raggiungere rispetto a quella che porta al bene, a cui si arriva sempre per obbedienza alla luce suprema. L’amore stesso cristiano non è che arrendevolezza al Verbo, non altro! Ma il mondo degli uomini è pronto ad incamminarsi verso questa strada di completa devozione che renderebbe la vita terrena meno violenta, più giusta, non falsa, aperta a regole sapienti? E’ l’augurio che facciamo a tutti!
Egidio Chiarella
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