A rischio nelle scuole gli scrutini del primo quadrimestre
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LAMEZIA TERME (CZ), 25 OTTOBRE - Rischio di creare disagi agli scrutini del primo quadrimestre se il Governo negherà ai docenti l’aumento dovuto e non più rinviabile e se approverà l’ autonomia differenziata sotto qualsiasi forma. A sostenerlo sono i Partigiani della Scuola Pubblica per i quali gli stipendi dei docenti costituiscono un problema sociale e incidono decisamente su un ottimale andamento del sistema dell’istruzione. Il livello dello stipendio dei docenti ,partendo da una base di 1300 euro, è oggettivamente inadeguato ed ha perso il potere di acquisto oltre a rappresentare una priorità nazionale per il funzionamento delle scuole di tutti gli ordini e gradi e non una semplice rivendicazione. Il lavoro nella scuola è ormai fonte di disagio sociale ed economico tanto che per questo motivo il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna chiedono l’autonomia regionale estendendola al settore dell’istruzione nonostante la loro pretesa sia contraria ai fondamentali principi costituzionali di uguaglianza, solidarietà e indivisibilità della Repubblica. Il ministro Fioramonti, avendo percepito l’importanza del problema dei docenti , si sta orientando nella giusta direzione a meno che i fondi occorrenti non siano dirottati altrove dal Governo.
« Ormai la professione docente - affermano i Partigiani della Scuola Pubblica – è diventata la professione dei meridionali e dei poveri grazie al mancato adeguamento degli stipendi al costo della vita». Le risorse necessarie per la soluzione del problema, nonostante siano consistenti, tuttavia si devono comunque trovare per scongiurare il peggioramento della situazione. « I mancati progressivi adeguamenti nel corso degli anni - dichiarano i Partigiani della Scuola Pubblica - hanno comportato che le risorse da investire sono andate di anno in anno ad aumentare acquisendo una mole che incombe in maniera importante sulla manovra di bilancio». I Partigiani della Scuola Pubblica, in attesa che la situazione si sblocchi, chiedono, insieme a tutte le sigle aderenti, un consistente aumento di stipendio conforme alla professione, con l’abolizione del bonus premiale, insomma una retribuzione equa per tutti i docenti di ogni ordine e grado.
A tale richiesta si aggiunge quella relativa al rifiuto della spinta autonimistica che – secondo i Partigiani – « con la scusa degli aumenti di stipendio , fa emergere chiaramente la volontà di tenere in scacco, controllare e sfruttare elettoralmente un’enorme quantità di lavoratrici e lavoratori ricattabili e destinati a lungo precariato e un asservimento della Scuola, del suo personale, dei suoi programmi, che sarebbero calibrati sul localismo particolaristico delle singole piccole patrie». Se il Governo non intende correre ai ripari, i Partigiani , con questo documento firmato da Professione insegnante, Lip Scuola, Scuola Bene Comune, Docenti per la Scuola Statale pubblica , dichiarano che saranno costretti a creare disagi agli scrutini del primo quadrimestre.
Foto: PSP
Lina Latelli Nucifero