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Riforme: Grasso, 'Emendamenti Calderoli irricevibili'. Lega: "Precedente gravissimo".

ROMA, 29 SETTEMBRE 2015 - Stop del presidente del Senato Pietro Grasso agli 80 milioni di emendamenti della Lega sulle riforme. "Per rispettare i tempi stabiliti dal calendario dei lavori - ha detto il presidente - la presidenza è impossibilitata a vagliare nel merito l'abnorme numero di emendamenti se non al prezzo di creare un precedente che consenta di bloccare i lavori parlamentari per un tempo incalcolabile". Restano tuttavia in campo i circa 500mila depositati in commissione Affari Costituzionali perché Anna Finocchiaro non li dichiarò irricevibili, ma li esaminò, li ordinò e li valutò. [MORE]

Alla vigilia delle prime votazioni in Senato, ieri, Matteo Renzi aveva chiarito senza giri di parole come la pensano il governo e il Pd sul "problema" Calderoli: la sua mossa ostruzionistica è fuori da ogni regola e dunque non le si può consentire di fermare la riforma. Immediate le proteste del Carroccio: "Vengono esclusi una serie di emendamenti a prescindere dal merito, lei esclude gli emendamenti perché non ha modo di verificarne il merito. Lei sta creano un precedente gravissimo". ha detto il vice presidente della Lega, Raffaele Volpi. “L'ostruzionismo fa parte del Parlamento repubblicano e quella di oggi è una decisione pericolosissima per la storia del Parlamento”, concorda il capogruppo di Forza Italia paolo Romani.

Nell'aula del Senato è ripreso il dibattito sugli emendamenti al ddl Boschi sulla riforma costituzionale. Il presidente del Senato non ha ancora risolto il nodo di cosa è ammissibile e cosa no, di come procedere nelle votazioni, se saranno consentiti o meno voti segreti. E comunque scioglierà la sua riserva sull'emendabilità del contestato articolo 2 (quella sulla non eleggibilità dei senatori) non prima di venerdì.

La 'road map' di Palazzo Madama prevede che oggi ci sia l'illustrazione degli emendamenti e da mercoledì l'inizio delle votazioni sull'articolo 1 del ddl costituzionale. Il presidente del Senato dovrebbe pronunciarsi di volta in volta, su ciascun articolo, sull'ammissibilità degli emendamenti. Dunque solo quando si arriverà all'esame dell'art. 2 ci sarà una parola definitiva sulla questione che ha tenuto banco per tutta l'estate: la possibilità di cambiare le parti del testo già approvate con doppia lettura conforme dalla Camera e dal Senato. Ma prima di arrivare a quel punto, non poche insidie si celano nei voti segreti sull'articolo 1. Perciò governo e maggioranza avrebbero intenzione di chiedere di votare prima l'art. 10, una mossa che avrebbe l'effetto di far cadere molti emendamenti all'art. 1 ed evitare diverse votazioni a scrutinio segreto.

L'accordo raggiunto la scorsa settimana non ha cancellato del tutto, però, nemmeno i problemi nella maggioranza. Da Ncd Gaetano Quagliariello torna a chiedere una verifica di governo dopo l'ok alle riforme. E la minoranza Pd insiste sulla necessità di cambiare le regole per l'elezione del presidente della Repubblica e le norme transitorie per l'elezione dei senatori. "Abbiamo ottenuto una riduzione del danno ma c'è ancora qualcosa da migliorare", dichiara Pier Luigi Bersani. Poi aggiunge: "In Parlamento vedo il senatore Verdini e compagnia, con gli amici di Cosentino e compagnia, che stanno cercando di entrare nel giardino di casa nostra per fare il partito della nazione. Siccome questo è un delirio trasformista, mi aspetterei che dal Nazareno venisse una parola chiara".

Ma i renziani tagliano corto: "Verdini - replica Andrea Marcucci - è stato un parlamentare della maggioranza durante il governo Letta e ha già votato le riforme". E da New York Matteo Renzi si mostra sicuro: "Non c'è nessuna impasse: nessun tentativo ostruzionistico ci fermerà. Con la stessa serenità e decisione dimostrata finora porteremo a casa la riforma che i cittadini con il referendum dovranno decidere se approvare o no".