Politica

Riforma Senato: per il premier l'intesa è possibile

 ROMA, 28 APRILE 2014 – “L’accordo sul senato è ormai a un passo”, l’ha dichiarato il premier, Matteo Renzi. Se restano intoccabili i punti cardine della proposta di Renzi – i senatori non voteranno la fiducia, non percepiranno indennità, non voteranno leggi di bilancio e non saranno eletti dai cittadini – il punto di mediazione sembra essere che il nuovo Senato sarà composto da consiglieri regionali, eletti ognuno nelle proprie regioni.

Uno spiraglio di riformulazione viene dall’eleggibilità dei senatori, sembra infatti che Renzi sia disposto ad aprirsi alle proposte di Calderoli e di Francesco Russo (Pd), cioè che al momento delle elezioni dei Consigli regionali alcuni consiglieri vengano designati come possibili senatori, e poi spetterà al Consiglio decidere chi tra questi andrà a Palazzo Madama. Si cerca quindi di trovare una via di mezzo tra elezione diretta ed elezione di secondo grado.

Ad aver ammorbidito gli animi è stato anche l’intervento del Capo dello Stato, che da una parte ha convinto Renzi che il “prendere o lasciare” non è un metodo che produce buoni frutti, essendoci soprattutto di mezzo la Costituzione, e dall’altra ha spinto i senatori alla collaborazione.[MORE]

A questo punto la strada intrapresa sembra sia quella del dialogo e delle consultazioni. Matteo Renzi ha avuto un incontro al Quirinale con Berlusconi, aprendosi così alle critiche dell’ex Cavaliere. Per lo stesso motivo il ministro Maria Elena Boschi e il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, hanno avuto contatti con Denis Verdini e Paolo Romani, di Forza Italia, così da trovare un accordo su alcuni punti che non convincono Berlusconi. Il problema più rilevante a questo punto sembra sia quello di convincere l’area dissidente del Pd, ma i renziani si muoveranno nello stesso modo. Oggi infatti Renzi procederà all’ultima messa a punto della proposta, con Anna Finocchiaro e il capogruppo Luigi Zanca, poi domani avrà l’incontro con i senatori.

Oltre la rivisitazione sull’eleggibilità, le altre modifiche in vista sono la diminuzione dei sindaci e dei senatori eletti dal Presidente della Repubblica. Secondo quanto prospettato finora il nuovo Senato dovrebbe essere composto da 21 presidenti delle giunte regionali, da 21 sindaci di comuni capoluogo di regione, da 40 consiglieri (due eletti in ogni regione), da 40 sindaci (due eletti per ciascuna regione), da 21 cittadini scelti dal Capo dello stato per “altissimi meriti”, mentre gli ex presidenti della Repubblica restano di diritto senatori a vita, per un totale di 148 senatori che avranno soprattutto il compito di lavoarare sugli enti locali ed Europa, e avranno la possibilità di formulare proposte di modifica delle leggi.

Michela Franzone