Politica
Riforma Senato, ostruzionismo a Palazzo Madama: votazioni a rilento
ROMA, 24 LUGLIO 2014 – “Possono rallentarci, ma non fermarci. Vorrà dire che quest’estate lavoreranno in molti. Non mollo, vado avanti senza paura. Potranno fare qualche scherzetto sul voto segreto al Senato ma andremo alla Camera e cambieremo il testo”. Continua l’ottimismo del premier Matteo Renzi nonostante i molti atti di ostruzionismo che sono successi in Senato per rallentare l’approvazione delle riforme costituzionali.
La seduta di ieri è stata a dir poco sui generis. Dopo un’ora e mezza di dibattito è stato votato e bocciato solo il primo emendamento, del senatore Giuseppe Compagnone (Gal) che invitava all’abrogazione del comma dell’articolo 48 della Costituzione che contempla le circoscrizioni di voto all’estero. Nella mattinata sono stati votati in tutto solo 3 emendamenti sugli 8000 presentati. Altro numero da record quello delle richieste di voto segreto: 920, un numero che, come rivela il presidente del Senato, Pietro Grasso, non ha precedenti. La seconda carica dello Stato, ad apertura della seduta ha però annunciato che la presidenza ha ritenuto di: “ammettere alla votazione a scrutinio segreto i soli emendamenti che riguardano le funzioni delle Camere, articoli 1 e 18 del provvedimento in esame e non il procedimento legislativo, art. 10 del provvedimento”, ed inoltre quello riguardante le minoranze linguistiche.
Questa decisone ha causato non pochi malumori, anche tra chi appartiene alle fila del Pd. “Molti di questi emendamenti, direi la maggior parte – commenta irritato il capogruppo del Pd, Zanda - citano all’inizio strumentalmente le minoranze linguistiche, ma poi trattano altro. Credo che nella valutazione sulla concessione del voto segreto debba essere considerato il tema prevalente dell’emendamento”. A questa critica Grasso risponde, spiegando che al voto di procederà per parti, le parti che riguardano le minoranze linguistiche andranno al voto segreto, mentre quelle che riguardano altro andranno al voto palese.[MORE]
Insieme alle critiche del Pd il Presidente Grasso ha dovuto sopportare l’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle, che dura da parecchio tempo, finché snervato si è rivolto al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il quale, accogliendo la sua richiesta d’aiuto ha lanciato un appello, insistendo “sul grave danno che recherebbe al prestigio e alla credibilità dell’istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale”.
Sull’ostruzionismo si è espresso anche il capogruppo di Ncd, Sacconi: “è bene rilevare l'ostruzionismo in atto affinché si cominci a riflettere sui modi entro i quali questa legittima pratica si esprima, va consentita ma entro certi limiti perché l'assemblea del Senato deve essere posta nella condizione di deliberare”.
In risposta il M5S dichiara: “Noi facciamo ostruzionismo? Allora andate a dire ai ragazzi del ’99 che sono ancora vivi che sul Piave hanno fatto ostruzionismo…”.
Michela Franzone