Politica

Riforma Lavoro, la Cgil replica a Renzi: «Basta insulti, discutiamo»

ROMA, 20 SETTEMBRE 2014 - Nuovo capitolo nella diatriba tra Cgil ed il premier Matteo Renzi in merito al Jobs Act. Alle dichiarazioni di ieri del presidente del Consiglio, il quale accusava il sindacato di aver difeso in tutti questi anni le ideologie non le persone, quest’oggi è arrivata la replica della Cgil che attraverso Twitter ha lanciato un nuovo hashtag: #fattinonideologia.

 

Il tweet della Cgil

«Non vogliamo che chi lavora possa essere licenziato senza una ragione #fattinonideologia» si legge nel tweet della Cgil nazionale. Entrando nel merito della questione riguardante l’articolo 18 si continua a leggere: «Mandare tutti in serie B non è estendere i diritti e le tutele. La Cgil da sempre si batte per estenderle. Renzi vuole fare lo stesso?». Infine, un chiaro invito lanciato dalla confederazione di Corso Italia al premier: «Basta insulti al sindacato: guardiamoci negli occhi e discutiamone».

Sulla vicenda è intervenuta la presidente della Camera, Laura Boldrini: «Sull’articolo 18 non do pagelle. Mi auguro – ha affermato – che da questo scontro anche aspro si arrivi ad una tutela effettiva dei lavoratori, sia di quelli più garantiti, sia dei precari. Soprattutto di quelle donne che per troppo tempo hanno dovuto scegliere tra maternità e lavoro».

 

La Cisl a favore di Renzi

Chi invece si dichiara a favore del documento di riforma del lavoro concepito dal governo è il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, il quale concorda nel “riformulare” l’art. 18. «Io penso – ha dichiarato Bonanni – che il presidente del Consiglio, nonostante le parale pesanti usate, faccia bene a mantenere questo profilo. Un umile consiglio che posso dargli è di continuare a mantenerlo. Perché – ha continuato – quando si “sgarra” dall’altra parte, gli sbagli si commentano da sé».[MORE] 

 

«A me interessa discutere le vicende nel complesso - precisa il leader della Cisl - e capire le intenzioni del governo. Cioè se quest'ultimo ha intenzione di finirla con l'area precaria più pesante che abbiamo nel paese. Un esercito di giovani truffati, che non risolveranno i loro problemi con il contratto a tutele crescenti se non si aboliscono le false partite iva, i co. Co. Co nella pubblica amministrazione e i co. Co. Pro. Gente che non possiede un salario, non ha previdenza, non ha nulla. Questi devono andare dentro il contratto a tutele crescenti, che a quel punto avrebbe senso. La Cisl - ha concluso Bonanni - è pronta a ogni soluzione anche a una rimodulazione dell'articolo 18 pur di arrivare a questo».

(Immagine da si24.it)

Giovanni Maria Elia