Politica

Riforma Lavoro, la Camusso attacca Renzi: «Vuole cancellare la libertà dei lavoratori»

MILANO, 19 SETTEMBRE 2014 - Sono giorni caldi, anzi caldissimi, per l’approvazione della riforma del mercato del lavoro voluta fortemente dal premier Matteo Renzi e dal suo governo. La Commissione Lavoro del Senato, nella giornata di ieri, ha dato il via libera al provvedimento che la prossima settimana verrà discusso in Aula.

Cosa cambia col "Jobs Act"

Ma sul testo in discussione in ballo vi è uno dei capisaldi dell’attuale legislazione, ovvero l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori (il quale prevede la reintegrazione del lavoratore al proprio posto , in caso di licenziamento senza giusta causa o discriminatorio) attorno al quale il Pd ha opinioni più che discordanti. Ma la linea dettata da Renzi è chiara e mira ad un avvicinamento a quelle che sono le indicazioni europee, ovvero ad un modello lavorativo che guarda a quello tedesco. Il “Jobs Act” pensato dal governo prevede, infatti, l’Agenzia nazionale per l’impiego, che dovrebbe gestire l’erogazione del sussidio unico di disoccupazione. In soldoni, il lavoratore che perde il lavoro avrebbe diritto ad un sussidio universale, proporzionato all’ultima retribuzione e all’anzianità, e verrebbe assistito nella ricerca di una nuova occupazione fino ad accettare il primo impiego a lui affidato. Se così non fosse ed il lavoratore rifiuta tale proposta, perderebbe progressivamente il sostegno economico.

In tale direzione, dunque, marcia l’esecutivo che non vuole perdere tempo. «Il governo – ha affermato Filippo Taddei, responsabile Economia del Pd – non punta ad un decreto con le nuove norme sul mercato del lavoro entro l’8 ottobre, bensì all’approvazione della legge delega da parte del Senato entro quella data, cosa che rappresenterebbe un segnale all’Ue».

 

L'attacco della Camusso al premier Renzi

Intenzioni e propositi che non piacciono alla Cgil, che attraverso il suo segretario Susanna Camusso, pensa ad uno sciopero generale contro tale riforma del lavoro: «Non capisco – ha affermato la Camusso a margine dell’inaugurazione ufficiale della nuova sede della Cgil-Lombardia a Milano – perché uno sciopero generale sarebbe un rischio. È una delle forme di mobilitazione possibili del sindacato».[MORE]

 

La Camusso ha poi attaccato Matteo Renzi: «Mi sembra che il presidente del Consiglio abbia un po’ troppo in mente il modello della Thatcher. La conseguenza di quel modello negli ultimi vent’anni – ha continuato il segretario – è precariato e non competitività. Un modello fatto di divisioni. Non stiamo difendendo noi stessi – ha precisato – chi vorrebbe cancellare l’articolo 18 sta cancellando la libertà dei lavoratori». L’idea della Cgil, rilancia la Camusso, è invece diversa: «La sfida che lanciamo noi è fatta dall’idea che si può fare lo statuto dei lavoratori, ma bisogna che tutti abbiano gli stessi diritti con contratto a tempo indeterminato».

(Immagine da newspensioni.it)

Giovanni Maria Elia