Cronaca
Rifiuti Roma, ecco il piano straordinario. Marino: "Ritorno alla normalità in 10 giorni"
ROMA, 12 LUGLIO 2014 - Cinque mosse per liberare in dieci giorni le strade della Capitale dai rifiuti. E’ la road map tracciata dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, l'assessore all'Ambiente Estella Marino e il presidente di Ama Daniele Fortini che hanno presentato il loro piano per superare l'emergenza immondizia.
I cinque punti
Il piano straordinario prevede: un nuovo tritovagliatore per i rifiuti indifferenziati; trenta nuove squadre di pronto intervento a servizio dei municipi; la possibilità per i cittadini di segnalare anomalie sul sito dell'amministrazione capitolina, l’aumento del numero e della frequenza di mezzi per il trasporto di rifiuti trattati fuori dal Lazio e infine cento controllori che verificheranno l'idoneità del lavoro di spazzamento e raccolta rifiuti.[MORE]
Niente più cassonetti stracolmi, è la promessa del sindaco: "Dobbiamo capire se all'interno dell'Ama ci sono state figure che hanno generato un boicottaggio e questo lo capiremo con l'audit che ho avviato e su quella base prenderemo delle decisioni".
Il problema requisizione
Resta un altro nodo da sciogliere. Il 21 settembre scade l’ordinanza del sindaco che consente di usare i Tmb (impianti per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti) del gruppo Colari malgrado l’interdittiva emessa dal prefetto per l’inchiesta giudiziaria su Cerroni, agli arresti fino allo scorso 16 aprile. Un decreto del governo consente, in casi come questi, la requisizione degli impianti. “Stiamo lavorando – ha affermato il sindaco della Capitale - con la nostra avvocatura e con il ministero dell'Ambiente per procedere secondo le esigenze. Dobbiamo lavorare, ed è giusto che sia così, seguendo le indicazioni delle leggi e della magistratura. In questo momento – ha aggiunto Marino - l'avvocato Cerroni, agli arresti fino allo scorso 16 aprile, ha ritenuto di fare un ricorso al Tar chiedendo che venga negato l'interdittiva del Prefetto. Se vincesse Cerroni è evidente che lo scenario cambierebbe. Se, invece, il tribunale confermasse l'interdittiva – ha aggiunto il sindaco di Roma - allora procederemo alla requisizione degli impianti prevista dalla legge. In quest'ultimo caso, io sono pronto e disponibile ad assumere in prima persona la responsabilità della requisizione degli impianti presenti nel Comune di Roma".
Alessandro Filippelli