Cronaca
Rifiuti: nessuno vuole l'immondizia napoletana
NAPOLI, 15 MARZO - La Spagna ha detto no.
Dopo più di quattro mesi di convulse trattative, l’Assessorato all’Ambiente dell’Andalusia ha ufficialmente negato il consenso allo smaltimento della spazzatura campana sul proprio territorio.
Trentamila tonnellate di rifiuti sarebbero stati trasferiti via nave alla discarica Vernisur, operativa dal 1996 nei pressi di Jerez de la Frontera: questa operazione avrebbe garantito un po’ di respiro al sovraccaricato stir di Caivano.
Ma Jesus Nieto, direttore generale del dipartimento di prevenzione e qualità dell’ambiente della giunta andalusa, ha imposto il suo decisivo diniego al trasferimento.[MORE]
Le motivazioni sono piuttosto chiare. La prima è di carattere giuridico-regolamentare: le norme europee sui rifiuti prevedono il trasporto ai centri di smaltimento più vicini al luogo nel quale vengono prodotti (e non è questo il caso). La seconda invece fa riferimento al dubbio legittimo da parte delle autorità spagnole in rapporto alla esatta composizione chimica del percolato proveniente da Napoli, in assenza di dati sufficienti o test attendibili.
Il problema di fondo è proprio questo: oltre quindici anni di scandali nella gestione dei rifiuti in Campania ci hanno mutilato di qualsiasi credibilità internazionale.
Nei giorni scorsi un gruppo di facinorosi (delinquenti sarebbe il termine più adatto) ha aggredito nei pressi del corso Umberto I, a Torre del Greco, alcune guardie ambientali addette al controllo del regolare smaltimento dei rifiuti e di una corretta differenziazione dei rifiuti. Dopo il no della Spagna, le speranze della società Partenope Ambiente per non ripiombare nell’emergenza vengono dirottate verso il Nord: Norvegia, Olanda e Germania in cima alla lista. Ma se le premesse sono quelle di Torre del Greco, meglio prepararsi psicologicamente ad altri rifiuti ai nostri rifiuti.
L’alternativa, nemmeno troppo utopistica, sarebbe quella di muoversi bene e in fretta sul proprio territorio. Giandomenico Lepore, procuratore della Repubblica di Napoli, ha dichiarato: “Le province della Campania facciano un passo verso Napoli, accettandone i rifiuti e dando il loro contributo per far uscire la Regione da un'emergenza che dura da 18 anni. Penso che tocchi ad Avellino fare un passo avanti, perché lì ci sono i terreni migliori per aprire una nuova discarica in tempi brevi.”
Ma intanto la questione rifiuti a Napoli si trascina con ritmi giurassici, come dimostra la gestione del termovalorizzatore di Acerra. Ed in questa moviola amministrativa, è più facile per la camorra infiltrarsi con regolarità ciclica: un solo esempio, l’azienda Eco.Sa.ba. Per conto dell’Asia si occupava dello spazzamento meccanico delle strade: recentemente le è stato revocato l’appalto per una misura interdittiva antimafia, con conseguente perdita di lavoro per i suoi ignari dipendenti. Uno di questi, domenica scorsa si è tolto la vita: un uomo di 54 anni, residente a Portici. L’uomo stava attraversando un momento di forte depressione molto probabilmente dovuto proprio al licenziamento.
Perché la morale di questa favola gotica è purtroppo sempre la stessa: a rimetterci, alla fine, sono solo i cittadini.