Cronaca

Rientrato in Italia Mario Belluomo: "Sono stanco ma sto bene"

CIAMPINO (ROMA), 5 FEBBRAIO 2013 - E' atterrato ieri sera, nell’aeroporto romano, Mario Belluomo, l'ingegnere catanese di 64 anni rapito lo scorso 12 dicembre in Siria, assieme a due colleghi russi. I tre lavoravano per l'acciaieria Himsho. Le prime parole proferite sono state: "Sono stanco ma sto bene", e subito dopo c’è stato finalmente l’abbraccio con i familiari. [MORE]

A quanto pare la liberazione è stata possibile grazie ad uno scambio di prigionieri, mentre nessun commento sull’ipotesi di un pagamento di riscatto di cui, nei giorni immediatamente dopo il sequestro, era stato proprio il ministero degli Esteri russo a parlare. La stampa di Mosca, citando fonti diplomatiche, riferì allora di una richiesta di 530mila euro. In proposito il Ministro degli Esteri Terzi ha semplicemente detto: ''Non ho indicazioni da fornire sui dettagli''.

La notizia del rilascio è stata data dal ministero degli esteri russo, citato dall'agenzia Interfax. Insieme a lui sono stati rilasciati anche i due cittadini russi che erano stati rapiti in Siria insieme all'ingegnere. Non è chiara ancora la dinamica della liberazione, soltanto in mattinata fonti ufficiali di Damasco hanno rivendicato il merito del rilascio degli ostaggi. L'agenzia Sana ha riferito: ''Le autorità competenti siriane hanno potuto, la notte scorsa, liberare i due cittadini russi Victor Gorelov e il suo interprete Abdel Sattar Hassun così come il cittadino italiano Mario Belluomo, rapiti il 12 dicembre''. Dalla stessa agenzia il sequestro è stato attribuito a ''un gruppo terroristico armato nella regione di Hassaya, situata nella provincia di Homs''.

La zona è una delle piu' pericolose della Siria, sebbene in mano alle forze governative è da mesi scenario di scontri con i ribelli anti-Assad e gruppi armati stranieri. La Farnesina e l'Unità di crisi riferiscono che questo è il ''trentunesimo episodio difficile risolto in poco più di un anno'', in riferimento ai 31 cittadini italiani rapiti liberati in diversi paesi. C’è ancora un ostaggio italiano nel mondo, Giovanni Lo Porto, sequestrato il 19 gennaio 2012 in Pakistan.

 

(Foto dal sito leggo.it)

 

Katia Portovenero