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Riders: avviata indagine su sicurezza e sfruttamento

MILANO, 20 SETTEMBRE – La procura di Milano ha avviato un’indagine conoscitiva sulle attività dei riders, i fattorini che consegnano cibo a domicilio: si sospettano possibili violazioni delle norme antinfortunistiche e di sicurezza stradale, ma s’intende anche far luce su aspetti e condizioni del rapporto lavorativo, che potrebbe presentare profili di sfruttamento e fenomeni di caporalato. L’inchiesta si basa soprattutto su alcuni controlli a campione effettuati dalla Polizia Locale nel mese di agosto, quando furono scoperti diversi fattorini clandestini, che non erano in possesso di documenti in regola per lo svolgimento della loro attività.

A partire già dallo scorso giugno, in effetti, gli inquirenti milanesi, con la squadra specializzata del dipartimento “ambiente, sicurezza, salute, lavoro”, hanno iniziato a raccogliere testimonianze ed altri elementi già inseriti a verbale nel fascicolo d’inchiesta – al momento senza ipotesi di reato – in base ai quali sarebbero da verificare presunte violazioni delle norme relative alla sicurezza sul lavoro, alla sicurezza pubblica sulle strade nonché relativamente ai profili igienico-sanitari riguardanti i contenitori che i fattorini utilizzano. L’indagine, in primo luogo, è volta naturalmente a tutelare gli stessi riders, i quali peraltro devono preoccuparsi da sé della propria dotazione antinfortunistica e dunque spesso svolgono il loro servizio senza caschi protettivi o con mezzi inadatti. In più, la Procura ha deciso di monitorare i sempre più frequenti incidenti stradali che coinvolgono i riders, anche a tutela della collettività, dal momento che spesso i fattorini sono disposti a violare qualsiasi norma del codice della strada pur di rispettare gli orari loro imposti. Inoltre, verranno approfondite le caratteristiche igienico-sanitarie dei contenitori utilizzati per il trasporto del cibo, nei quali ad esempio vengono stipati senza distinzione e in successione cibi freddi e caldi.

Fino a questo momento, stando a quanto risulta agli inquirenti, del fenomeno dei riders erano stati presi in considerazione solo i profili giuslavoristici, ossia le forme contrattuali con cui vengono assunti e l’adeguatezza dei loro salari: in effetti, sulla carta si tratta di lavoratori autonomi, ma di fatto essi sono soggetti a turni, valutati mediante algoritmi e per il loro trattamento non si fa differenza tra giorni festivi, weekend od orari notturni, né i riders hanno la possibilità di concordare la paga o di decidere le modalità con cui svolgere l’attività. Ora è invece possibile che la Procura – tramite le indagini coordinate dal PM Maura Ripamonti e dal Procuratore Aggiunto Tiziana Siciliano e condotte dalla squadra specializzata di Polizia Giudiziaria e dalla Polizia Locale – arrivi a contestare reati soprattutto ai datori di lavoro, valutando in sostanza le presunte responsabilità di coloro che negligentemente non si curano delle condizioni del tutto inidonee con cui i fattorini svolgono il loro servizio.


Francesco Gagliardi


Fonte immagine: affaritaliani.it