Cultura e Spettacolo
Ricordato all’Uniter di Lamezia Terme Leonardo Sciascia nel trentennale della sua morte
LAMEZIA TERME (CZ) 17 NOVEMBRE - Un viaggio tra le opere e la vita di Leonardo Sciascia ha caratterizzato l’incontro “ Verità e amore” promosso dall’Università della Terza Età di Lamezia Terme, presieduta da Costanza Falvo D’Urso, al fine di rendere un tributo al grande scrittore siciliano nel trentennale della sua morte. Per occasione lo scrittore Vito Catalano, nipote di Leonardo Sciascia e figlio di Annamaria, insieme al critico letterario Giuseppe Giglio ha intrattenuto, subito dopo la puntuale introduzione della presidente dell’Uniter, il numeroso pubblico tracciando un ricco profilo biografico e culturale di Sciascia con particolare riferimento alla sua poetica e all’eredità lasciata soprattutto alle nuove generazioni. Il dialogo alternato tra i due relatori ha consentito di fare emergere con nitidezza chi era veramente Leonardo Sciascia attraverso la disamina delle sue opere più significative. « Ho avuto la fortuna di vivere accanto a lui anche se avevo appena 10 anni e mezzo quando ci lasciò» ha affermato Vito Catalano ricordando il nonno come scrittore e come uomo, componenti indivisibili.
Un uomo che aveva la libertà nella testa ma anche disorganico e di una semplicità estrema e che conversava con tutti nel rispetto di ogni uomo considerato come persona. Era tranquillo. La mattina - ha proseguito Catalano - si alzava, studiava, poi pranzava e nel pomeriggio usciva creando in ogni posto un suo angolo da Racalmuto, paese natìo, al capoluogo della Sicilia» . Vito Catalano ha raccontato qualche aneddoto con l’intento di fare emergere l’amore del nonno verso i libri, che leggeva fin da piccolo a casa sua dove si trovava una piccola biblioteca, e la sua concezione sul termine “ scrittore” che per Sciascia significa memoria e quindi i suoi libri non devono durare poco tempo, 2 o 3 anni, o meno, e poi sparire ma per sempre come i grandi libri. E anche quando i libri non hanno valore, non si devono ignorare perché dietro c’è l’uomo che si è impegnato per scrivere, così come in ogni azione ». Ad approfonire altri aspetti su Sciascia è stato il critico letterario Giuseppe Giglio il quale ha così commentato : « Leonardo Sciascia era un uomo di rispetto, proprio di quel rispetto che anche i mafiosi gli riconoscevano e per questo non lo fermavano quando li osteggiava».
Il critico Giglio si è soffemato con puntualità sui concetti di verità ed amore che costituiscono la chiave di lettura della vita di Sciascia come l’amore per gli uomini , per una umanità che incominciava ad essere schiacciata da questo o quel potere, l’amore per la giustizia ingiusta e i silenzi dell’amore. I romanzi pertanto diventano storia dell’uomo , dell’inquietudine del vivere e per il vivere. «Leonardo Sciascia- ha aggiunto il critico - era capace di racchiudere in poche battute un’intera esistenza». Leonardo Sciascia non è stato solo uno scrittore, un saggista,un poeta, ma è stato anche un uomo radicato nel suo tempo in quanto ha partecipato attivamente alla discussione politica italiana sia con l’attivismo sia con i suoi scritti in cui racconta la Sicilia e il dramma della mafia. Basta pensare a “ Il giorno dlla civetta” e A ciascuno il suo” , opere che insieme alle altre, hanno attratto l’attenzione di grandi intellettuali del suo tempo come Pasolini e Italo Calvino. Nel corso della mattinata i due relatori hanno incontrato gli studenti dell’Istituto Tecnico Economico “ De Fazio” dove hanno fatto conoscere loro Leonardo Sciascia, uno dei più importanti autori italiani del Novecento, inserito nei programmi scolastici.
Foto: Catalano- Falvo D’Urso- Giglio
Lina Latelli Nucifero