Societa'

Ricordato a Platania monsignor Francesco Maiolo nel 50° anniversario della sua scomparsa

PLATANIA (CZ), 22 FEBBRAIO 2016 - «Tra la gioia di dare e quella di ricevere, scelse sempre la prima. La nota dominante della sua vita fu, senza dubbio, la carità come dedizione a Dio ed al prossimo, soprattutto verso i piccoli. Mi auguro che la chiesa diocesana di Lamezia Terme possa aprire, al più presto, per lui il processo di beatificazione». È quanto ha affermato monsignor Giuseppe Ferraro durante l’omelia della Santa Messa celebrata, insieme al Parroco don Pino Latelli, in suffragio di monsignor Francesco Maiolo nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa.  [MORE]

Il Centro culturale Politeia “Monsignor Francesco Maiolo” di Lamezia Terme ha voluto rendere così omaggio a questo insigne prelato che ha lasciato un segno indelebile nella Diocesi di Lamezia Terme raccogliendosi in preghiera nella Chiesa “San Michele Arcangelo” di Platania alla presenza di una marea di fedeli di cui molti ebbero la fortuna di conoscerlo in prima persona, amarlo e stimarlo per la sua profonda fede, per le sue doti umane e culturali. Recentemente monsignor Ferraro, successore della Casa di Carità intitolata a “Monsignor Francesco Maiolo”, gli ha dedicato un volume “Il prete che vedeva il mondo con gli occhi di Dio” in cui raccoglie le testimonianze e i ricordi di chi lo ricorda con affetto e riconoscenza.

Particolarmente emblematiche le parole di monsignor Ferraro pronunciate durante il sacro rito a conclusione del commento del Vangelo della scorsa domenica in riferimento alla vita di monsignor Maiolo informata alla carità e alla fede e , soprattutto, al bene e alla formazione dei ragazzi. Avvalendosi di un’espressione metaforica, monsignor Ferraro ha paragonato monsignor Maiolo al mare di Galilea che, a differenza del mar Rosso fermo e stagnante tra sponde senza vita, offre sulle sue rive un paesaggio ridente, rigoglioso, popolato di case e di bambini. «Il mare di Galilea, per ogni goccia d’acqua che riceve dal fiume Giordano – ha commentato il sacerdote - ne dona un’altra, generando così la vita. Il mar Rosso, al contrario, ritiene tutta l’acqua per sé generando la morte. Monsignor Maiolo – ha proseguito - aveva ricevuto molti doni da Dio e non ha mai pensato di impiegarli per sé. Tutte le sue non comuni capacità, la sua vasta e profonda cultura umana e teologica, le sue energie, le sue scarse possibilità economiche, furono da lui interamente spese a beneficio degli altri».

Foto: Omelia della Santa Messa

Lina Latelli Nucifero