Salute

Ricerca Aids: presentata la Dichiarazione di Roma

ROMA, 13 LUGLIO – Sono passati 30 anni dalla prima vittima causata dall’Aids e ben 11 anni dalla Dichiarazione del Millennio nella quale le Nazioni Unite si impegnavano a raggiungere, entro il 2015, otto traguardi chiamati Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Il sesto di tali obiettivi è bloccare malattie infettive che seminano morte e sofferenza ed invertirne la tendenza alla diffusione. Ma siamo ben lontani dal raggiungere la meta.[MORE]
Nel mondo 33,3 milioni di persone convivono con l’HIV e, di queste, 9,3 milioni non hanno accesso alla terapia antiretrovirale. Dopo un boom di attenzione pubblica verso gli anni ’80, la società civile sembra aver dimenticato il problema, pensando forse ingenuamente che fosse scemato e quindi che non dovesse più essere all’ordine del giorno. Ma, solo nel 2009, 2,2 milioni di adulti sono stati contagiati e la piaga continua ad essere presente. È estremamente necessario un rinnovato impegno di tutti gli Stati e, per quanto riguarda l’Italia l’urgenza è maggiore in quanto il nostro Paese a partire dal 2008 ha bloccato i finanziamenti per il Global Fund, nonostante le promesse fatte nel 2009 al G8 dell’Aquila. Per rendersi conto di quanto gli aiuti di un solo Paese siano fondamentali basta pensare al fatto che i soli aiuti italiani potrebbero contribuire a pagare le terapie antiretrovirali a più di 100mila persone, a fornire terapie contro la tubercolosi per 284mila malati e più di 8mila zanzariere per combattere la malaria. Il mese scorso è nato, quindi, il Forum della società civile italiana sull’HIV/Aids, per ribadire la necessità di una maggiore attenzione nazionale ed internazionale alla lotta contro l’infezione. Il Forum ha organizzato ieri a Roma, presso l’Istituto Superiore di Sanità, un convegno dal titolo “1981-2011, 30 anni di pandemia Aids: l’infezione da HIV è ancora una priorità per il nostro Paese?”, in preparazione del quale è stata proposta la Dichiarazione di Roma.
La Dichiarazione contiene le indicazioni che la società civile ritiene urgente perseguire perché la lotta all’HIV/Aids in Italia giunga ad un punto di svolta. Nel testo si sottolinea come in Italia e nel mondo siano ancora moltissime le persone affette da questo virus e che stabilizzazione delle infezioni non significhi azzeramento. Si legge inoltre: “Chiediamo con forza, in accordo con la Dichiarazione Politica dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 10 giugno 2011 (UNGASS 2011), che la sconfitta dell’HIV divenga una priorità fino al 2015: questo implica, a livello nazionale e internazionale, una allocazione adeguata di risorse economiche e, a livello nazionale, un riassetto urgente delle politiche sanitarie e istituzionali di intervento sull’HIV/AIDS, fino ad ora deboli e inadeguate”. La Dichiarazione si sofferma poi su un altro elemento fondamentale costituito dai pregiudizi che spesso accompagnano il percorso di coloro che soffrono di HIV auspicando che: “le strategie che saranno messe in campo siano basate su chiare a condivise evidenze scientifiche e sui diritti umani, e non su pregiudizi ideologici,che nulla hanno a che fare con l’approccio metodologico necessario ad affrontare un problema di salute pubblica”.
Filomena Maria Fittipaldi