Cronaca
RETTIFICA: Peroni non è "il papà" di Calimero
ROMA, 3 GENNAIO 2012 - In riferimento all'articolo "Addio Peroni, il papà di Calimero" pubblicato sul nostro giornale in data 15 dicembre, riceviamo e pubblichiamo integralmente una rettifica giuntaci dal sig. Marco Pagot, figlio di Nino e nipote di Toni Pagot.[MORE]
Sono Marco Pagot,
figlio di Nino e nipote di Toni Pagot
Devo però correggere una grave inesattezza in merito al personaggio Calimero.
Il sig Peroni non è “il papà” del personaggio, non ne é co-creatore né co-autore.
A seguito della dipartita del sig. Peroni sono venuto a conoscenza di una redazione di ricordi piuttosto amari fatta da lui sul suo blog che probabilmente ha ispirato il vostro articolo, in essa viene esposta una versione dei fatti che non trova riscontro nella realtà. La diffusione di tale testo, anche se a mezzo di un blog, risulta lesiva dell’immagine di mio padre e di mio zio da cui la necessità di questa lettera di rettifica.
Vorrei fare un po’ di chiarezza.
Il sig. Peroni è stato assunto alla PagotFilm in veste di animatore. La versione del sig. Peroni che descrive la realizzazione autonoma del Carosello Calimero da parte sua e quindi la sua presunta paternità dello stesso, non trova riscontro nella realtà fatti.
La PagotFilm aveva un sistema produttivo e delle procedure piuttosto ben definite.
- Le definizione di un progetto con il committente
- Il deposito del progetto presso la FIP (federazione italiana pubblicità)
- Lo sviluppo dei soggetti e delle scheggiature e la definizione degli aspetti grafici di base.
- Lo sviluppo delle storie in tavole illustrate e i test di animazione in caso di nuovi personaggi
- La distribuzione delle singole sequenze animate ai vari collaboratori
- Completate le fasi di produzione veniva effettuato il montaggio e la sonorizzazione
- La presentazione del filmato ultimato al cliente per eventuali modifiche concludeva il processo produttivo.
Le discussioni dei progetti con le diverse società committenti venivano fatte dai fratelli Pagot a volte affiancati dagli sceneggiatori per proporre una serie di soggetti e di idee.
In particolare il responsabile della Mira Lanza dell’epoca esigeva di essere coinvolto nelle scelte artistiche preliminari, per cui Toni Pagot, che aveva un rapporto preferenziale con lui riscuotendone la massima considerazione e stima, organizzava le riunioni di presentazione dei progetti.
Alla riunione di inizio autunno ’62 per la discussione delle nuove proposte di campagna pubblicitaria erano presenti Toni Pagot, Ignazio Colnaghi, Ferdinando Palermo (che avevano partecipato alla realizzazione delle campagne precedenti) e il responsabile della Mira Lanza espresse le sue valutazioni delle campagne da poco trasmesse ribadendo quanto espresso in una lettera del 26 aprile 1962.
Venne deciso che non si sarebbe più trattato di una serie di canzoncine come quelle in precedenza cantate dal Quartetto Cetra a favore di una serie di racconti di narrazione lineare, venne scartato Gatto Ciccio e Mira Lanza richiese un personaggio più tenero e accattivante per le mamme (erano molto piaciuti i pulcini che apparivano negli spot trasmessi). Nell’ambito di tale riunione nacque la storia della nascita del pulcino bianco che cade nella pozzanghera come possono ancora testimoniare il dirigente di allora della Mira Lanza e l’autore, con Toni Pagot, di tale sceneggiatura, Ignazio Colnaghi (riconosciuto co-autore del personaggio).
Identificata la linea narrativa Toni Pagot coinvolse il fratello Nino al momento in cui si trattava di trovare una immagine più dolce rispetto alla grafica dei precedenti caroselli.
Da sempre Toni è stato più propenso a disegnare i personaggi più ironici e graffianti mentre Nino era più orientato agli aspetti poetici e dolci delle immagini. Prima che la riunione finisse erano stati definiti gli elementi che avrebbero portato alla nascita di Calimero, ivi compreso il nome e una prima immagine di pulcino col mezzo guscio in testa. (questo in presenza di testimoni).
Venne redatta una stesura che fissava i parametri dei racconti per il deposito alla FIP (federazione italiana pubblicità), come ricorda l’allora segretaria dei Pagot .
Il deposito avvenne in data 9 novembre 1962.
Nei giorni seguenti Toni chiamò Gianfranco Barenghi e Anacleto Marosi, in quel periodo il capo-animatori dello studio, per affidare loro gli schizzi preliminari del nuovo personaggio per fare le prime prove di realizzazione e affidarle ai diversi animatori dello studio per le sequenze da realizzare.
Barenghi e Marosi erano due valenti animatori che avevano collaborato coi Pagot sin dai tempi de “I Fratelli Dinamite”.
Messi in pulito i disegni preliminari questi vennero passati per le prove del caso, anche agli altri animatori dello studio, Manfredini, Boffini, Coretti, Rizzi, Fagarazzi, Gariani, Bertoletti, Leogrande (e altri che mi scuso di omettere) nonché al sig. Peroni, appena approdato agli studi.
Realizzati i primi pencil test vennero distribuite le sequenze da realizzare. Nacque così la caratteristica camminata dondolante dei primi episodi dalla matita di Barenghi e Boffini, e certe indimenticabili espressioni del personaggio realizzate da Marosi e da Rizzi.
Alla realizzazione dei primi caroselli di Calimero ha sicuramente contribuito anche il sig. Peroni, ma le sue affermazioni risultano lesive non solo dell’immagine di Nino e Toni Pagot, ma anche del ruolo creativo e professionale degli altri valenti collaboratori che hanno contribuito alle realizzazioni dello studio.
In PagotFilm nessun animatore ha mai realizzato integralmente da solo le animazioni di un intero carosello. La produzione è sempre stata un lavoro di gruppo sotto la direzione di Toni Pagot e in base al coordinamento dei sig. Barenghi e Marosi. Come possono ancora testimoniare i collaboratori rimasti.
La scelta di quali scene fossero da affidare a quale animatore era fatta in base a come i diversi animatori riuscivano a dar vita ai personaggi.
Ad alcuni di loro, essendo più portati ad esprimere con teatralità di gesti le azioni, venivano affidate le sequenze più attive e in campo lungo, per altri più propensi alle sfumature espressive dei sentimenti venivano affidate le sequenze ravvicinate e i primi piani, sempre in una coralità di lavoro atta a creare il miglior filmato possibile, che non prevedeva ruoli di primadonna ma collaborazione.
I filmati delle animazioni venivano poi montati ed editati dal sig. Marco Visconti e con Ferdinando Palermo che ne ha sempre curato anche la sonorizzazione nonché spesso ne ha scritto le musiche, alla presenza e sotto la direzione di Toni Pagot, che curava il final-cut del filmato e di fatto la regia finale dello spot.
Questo sistema produttivo di condivisione del lavoro mal si confaceva al carattere del sig. Peroni che dopo poco tempo decise di lasciare la PagotFilm.
Il signor Peroni divenne uno dei collaboratori esterni dello studio come già erano i sig. Italo Marazzi, Eliano Forniti ed altri, non perché “non avrebbero saputo a chi rivolgersi” (come esplicitato dal sig. Peroni) ma perché la mole di lavoro per lo studio era elevata e l’uso di maestranze esterne aveva già dato buoni risultati in precedenza.
Toni decise di passare del lavoro al sig. Peroni anche perché questi all’epoca manifestò la sua necessità di avere del lavoro per provvedere alla famiglia, e mio zio non si tirò indietro.
Si tenga conto che tutto il lavoro creativo preliminare (soggetti, storyboard etc.) e finale (montaggio edizione etc. continuò ad essere realizzato in PagotFilm, essendo affidate in esterno solo le fasi esecutive della produzione.
Preferisco sorvolare sulle altre esternazioni del sig. Peroni quali l’affermazione “quella ditta non mi aveva pagato i contributi per tutto il tempo che ero stato loro dipendente” che non corrisponde al vero al pari della versione di una realizzazione autonoma del Carosello Calimero che come detto non trova riscontro nella realtà, ma porre l’accento su un fatto preciso.
Il sig. Peroni è stato assunto alla PagotFilm nel ’63, come da sua stessa dichiarazione, la riunione con Mira Lanza che definì la prima stagione caroselli Calimero fu tenuta nell’autunno ’62 e il deposito da parte dei Pagot alla FIP data 9 novembre 1962 ben prima che il sig. Peroni approdasse agli studi.
La ricostruzione dei fatti quale da me esposta è suffragata da testimonianze dirette e da documenti dell’epoca. Non si tratta quindi di una versione “del punto di vista dei detentori dei diritti” ma di una puntuale confutazione del testo, che ristabilisce la verità storica.
Questo testo viene inviato ora a tutte le agenzie stampa che hanno ricevuto e distribuito la errata notizia sul personaggio Calimero e sarà trasmesso a tutti i giornali che in seguito dovessero ancora fare riferimento alla esposizione del sig. Peroni a confutazione della stessa. Qualsiasi modifica del testo qui proposto implica conseguenze legali.
Per il futuro vorrei invitare a verificare la veridicità dei fatti soprattutto quando tali dichiarazioni risultano lesive dell’immagine di altri, in questo caso di mio padre e mio zio due artisti riconosciuti a livello mondiale già prima della nascita di Carosello, alla cui memoria tengo particolarmente.
Spero che questa mia lettera sia chiarificatrice per tutti.
Marco Pagot