Cultura e Spettacolo

Respirare sempre il fresco profumo della libertà. Intervista al segretario del Procuratore Ingroia

FORLI', 9 LUGLIO 2012 - Giorgio Ghirello, imprenditore veneto nato il 18 giugno 1965, si laurea in scienze anestesiologiche presso il West Middlesex University Hospital di Londra. Si occupa da anni di comunicazione affiancando personaggi dello show business nazionale internazionale. Ha deciso di dedicarsi alla tutela del cittadino, con grande interesse alla lotta contro la mafia, collaborando come segretario personale del Procuratore Antonio Ingroia. È fondatore e presidente dell'associazione "Patti Chiari".[MORE]

Sig. Ghirello, lei è fondatore e presidente dell'associazione "Patti Chiari", perché ha deciso di fondare questa associazione?

Il desiderio di fondare l’Associazione nasce dalla voglia di sostenere le persone più deboli, indifese e spesso abbandonate dalla società civile e, a tratti, anche dalle istituzioni. La passione per la cultura e la sua diffusione, un obiettivo arduo, ma credo che con la costanza si riescono a raggiungere quei territori sui quali in pochi hanno scommesso.

Di cosa si occupa "Patti Chiari"? Quali sono le sue finalità?

Patti Chiari è sinonimo di informazione reale ed imparziale, per questo ritengo che l’informazione va fatta sul campo e con gli eccezionali mezzi informatici che abbiamo a disposizione. Abbiamo il compito di proteggere il nostro benessere e quello dei nostri figli. Non dobbiamo lasciare soli chi cerca di migliorare la nostra condizione sociale o chi, da oltre 20 anni, cerca la verità su uno dei momenti più bui della nostra storia recente. Noi crediamo che “l’unione fa la forza” e che l’Italia di ieri debba avvalersi maggiormente di uno spirito di aggregazione e non di disgregazione – nord e sud debbano collaborare, in particolare tra le Istituzioni, e creare una rete di amicizia fondata sulla trasparenza e la voglia di crescere assieme, guardando al futuro con spirito di partecipazione. Elaborare progetti di “gemellaggi” che possano coinvolgere i giovani dei paesi del sud con i giovani del nord – scambi culturali che consentano un pieno sviluppo unitario. Patti Chiari inoltre, negli ultimi anni, ha deciso di portare avanti un progetto culturale a favore della tutela di quei Magistrati antimafia che costantemente vengono attaccati nel momento in cui fanno emergere nomi eccellenti del mondo della politica. È a quei Magistrati e non solo che dedichiamo il nostro tempo nelle scuole e negli incontri pubblici; far conoscere, in primis, cos’è la mafia, dalle origini rurali, urbane (territoriale), fino ad oggi, dove essa come un camaleonte è riuscita a sbarcare fuori dal territorio natale per diramarsi in tutta la Penisola e non solo. Lo dimostrano i fatti di cronaca che hanno investito il nord Italia (Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto).

Che tipo di rapporti intercorrono con la magistratura?

Nel corso degli anni, abbiamo consolidato i rapporti con il mondo della Magistratura e ci riteniamo amici di persone qualificate che dedicano la loro vita alla Legge, alla Giustizia e hanno fatto della Costituzione Italiana il loro baluardo, rischiando la vita e sacrificando spesso tempo alla famiglia. Ovvio che non collaboriamo solo con Magistrati, ma anche con le Forze dell’Ordine; Psicologi; Psichiatri; Avvocati; Criminologi, Giornalisti, ecc.

Cos'è la mafia?

La mafia, a mio avviso, è una grande struttura, straordinariamente collocata ai massimi livelli e le sue entrate economiche, frutto di crimini, sono da considerarsi stratosferiche; si parla di 130-150 miliardi di euro, i quali necessitano di essere investiti. Quale modo migliore se non dove i terreni sono fertili e la ricchezza economica, edilizia e industriale, è più forte. È per questo che la mafia sta puntando molto all’interno del mondo finanziario.

Cosa vuol dire, per lei, resistere e combattere la mafia?

Resistere e combattere la mafia è vivere con uno spirito di libertà interiore e di onestà: rifiutare i compromessi e camminare con le proprie gambe credendoci sempre e arrendendosi mai!

Riusciremo mai a sconfiggere la mafia? Ha ancora fiducia nell'Italia?

Ho viaggiato molto nel corso degli anni, ma non ho ancora trovato un Paese più incantevole dell’Italia; un Paese pieno di contraddizioni ma pur sempre combattivo e composto da brava gente. È per questo che credo, ho fiducia che le cose cambieranno: ci vorrà del tempo, ma cambieranno. Giovanni Falcone disse: «Come tutti i fenomeni, anche la mafia ha avuto un inizio e avrà anche una fine …». Io aggiungo che insieme si può, ma occorreranno anni di preparazione culturale, lasciando questo arduo compito a chi, oggi, si adopera a testa alta a rifiutare “il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità” – cioè, i giovani!

Nel programma "Quello che (non) ho" di Fazio e Saviano, gli interventi ruotavano su una parola che gli ospiti decidevano di portare, lei quale porterebbe? Cosa ha e cosa non ha nella vita?

La parola che sicuramente porterei sarebbe: VERITA’, mi torna a mente una frase dello scrittore Gianni Rodari che disse: “Nel paese della bugia, la verità è una malattia” – Io aggiungo che, la malattia è “spesso” guaribile.

È attualmente segretario personale del Procuratore Ingroia, chi è per lei quest'ultimo?

Il rapporto tra me e il Procuratore Ingroia è da definirsi “unico”. Tutto nacque qualche anno fa, lo invitai ad un incontro per parlare di intercettazioni. Feci molta fatica a contattarlo e ad ottenere la conferenza. Quando lo conobbi fui molto emozionato e sapevo di trovarmi davanti un uomo di alto spessore, un Magistrato di punta nella lotta alla mafia e invidiatoci da tutto il mondo. L’incontro fu un successo e poi andammo a cena io e lui (la scorta era su un altro tavolo che lo guardava a vista); cominciammo a parlare e a confrontarci; il giorno successivo lo convinsi a rimanere ospite, lo accompagni ad un altro incontro programmato la sera successiva, ci scambiammo i contatti e, piano piano, si è sviluppata un’amicizia meravigliosa, ci sentivamo e rivedevamo spesso, anche con la famiglia e così, dal 2010, mi proposi a gestirgli la sua Segreteria Organizzativa e la logistica. Lui, con un po’ di titubanza iniziale, mi mise alla prova e poi il resto è storia. Antonio, per me, rappresenta quel fratello che non ho mai avuto e mi conosce in profondità, nel bene e nel male.

Quali sono i valori in cui crede nella vita e qual è il suo motto?

Io credo nelle capacità individuali dell’uomo, amo la vita nella sua semplicità e il mio motto è sicuramente: “Respirare sempre il fresco profumo della libertà!”

Giulia Farneti