Estero
Repubblica Centrafricana, “genocidio”
ROMA, 6 FEBBRAIO 2014 – In un’intervista a Rtl il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian ha dichiarato che «È probabile che l’Onu rinnovi il mandato in Centrafrica delle forze francesi, oltre il periodo previsto di sei mesi». Attualmente circa 1.600 militari francesi sono dislocati nella Repubblica centrafricana.
«Alla fin fine – ha poi aggiunto Le Drian - c’e’ bisogno dell’Onu e dei caschi blu in Paesi che, come il Centrafrica, da soli rischiano di ricadere nel caos».
Da diversi mesi l’emergenza umanitaria prosegue nella Repubblica Centrafricana che versa nella morsa di una drammatica guerra civile, precisamente dal rovesciamento – avvenuto nel marzo scorso – del Presidente François Bozizé, a vantaggio dei ribelli islamici della coalizione “Seleka” diretta da Michel Djotodia. Il Presidente golpista, Djotodia, è stato poi costretto a dimettersi e dal 23 gennaio c‘è un governo di transizione guidato dalla prima donna presidente, Catherine Samba-Panza. [MORE]
In un Paese con una popolazione di quasi 4 milioni e mezzo di abitanti, dall’inizio delle violenze settarie tra gruppi musulmani ribelli e milizie cristiane, si contano migliaia di vittime e quasi un milione di sfollati. Elementi che hanno indotto il capo delle operazioni umanitarie delle Nazioni unite, John Ging, a esprimersi in termini di “genocidio”.
L’ultimo grave episodio è di ieri, quando a Bangui, alcuni soldati centroafricani hanno massacrato fino a ucciderlo – tra lo shock dei presenti - un uomo sospettato di appartenere alla ribellione di “Seleka”.
(Foto: repubblica.it)
Domenico Carelli