In giro per il mondo
Reportage trekking interculturale di Roma - Parte III - Zuppa, Sapone e Salvezza
ROMA, 16 GIUGNO 2016 - Un accenno di pioggerellina accompagna i nostri passi verso il quartiere San Lorenzo, diretti alla Foresteria dell’Esercito della Salvezza.
Rimarrà solo un timido tentativo, da parte delle rade e sottili nuvole che ci stanno accompagnando, di far sentire la loro presenza. Quest’ultima l’abbiamo avvertita sinora solo con una graditissima ombra, molto apprezzata nella calura di una primavera precocemente estiva.
I chilometri sin qui percorsi non sono poi tanti, per dei camminatori più o meno abituali quali la maggioranza dei partecipanti. Abbiamo percorso una decina di chilometri, ad andatura di tutto comfort, sui 3 km/h di media.
Veniamo accolti da alcuni ospitali ufficiali dell’”Esercito”. Certo, associare la spiritualità, l’accoglienza, la religiosità fattiva e la solidarietà a sergenti maggiori, tenenti e capitani “suona” in effetti un po’ strano. Ma tant’è: il bisogno, l’indigenza e il disagio sociale hanno bisogno anche di “eserciti” come questo. [[MORE]
Approfittiamo per sgranchirci un po’ le gambe tra i vialetti decorati da colorate e profumate aiuole, dove si sviluppa questo “albergo del popolo”, una ben strutturata foresteria dove sono accolti sia ospiti paganti ( per finanziare le attività benefiche di questo Movimento cristiano - come in una normale struttura alberghiera di buona qualità e bassi costi - sia persone bisognose con disagio economico o sociale, alla ricerca di una provvisoria accoglienza.
“Soup, Soap, Salvation”, ovvero: Zuppa, Sapone, Salvezza. era uno degli slogan di battaglia dell’Esercito alla fine dell’800. Per il soap è ancora presto, la doccia ce la faremo a fine trekking. Per la “soup”, invece, un pensierino possiamo iniziare a farlo. Ci avviamo allora verso lo Scout Center, dove consumeremo la cena, non prima di esserci cibati della spiritualità di un cerimoniale “Wesak” a cui parteciperemo nella stessa struttura.
testo e foto di Raffaele Basile