Report ricomincia da Verona:il programma di Rai3 continua l'inchiesta sull'amministrazione scaligera
Politica Veneto

Report ricomincia da Verona:il programma di Rai3 continua l'inchiesta sull'amministrazione scaligera

mercoledì 26 marzo, 2014

VERONA, 26 MARZO 2014- Report, programma di Rai3, riapre i battenti il 7 aprile e già si vocifera che la prima puntata sarà a dir poco scoppiettante. Tra i protagonisti ci sarà anche l’amministrazione comunale veronese, ormai sotto i riflettori da svariati mesi per alcune inchieste giudiziarie che l’hanno coinvolta. Sigfrido Ranucci, giornalista di Report, è già finito nei guai per aver cercato di capire cosa succede all’interno di Palazzo Barbieri. Ma non sembra volersi fermare.

Ranucci infatti ha già collezionato due querele per diffamazione, una direttamente dal sindaco scaligero Flavio Tosi e l’altra dall’assessore allo Sport, Marco Giorlo. Per quanto riguarda la prima querela, Tosi ritiene che il giornalista stia cercando di costruire notizie false per diffamare la sua persona e gettare fango sulla sua amministrazione. Nel caso della querela di Giorlo, invece, si punta l’occhio su alcune frequentazioni dell’assessore e alcune cene elettorali.

Sul caso Report-Tosi si stanno scatenando u po’ tutti. Già l’ex ministro Renato Brunetta ha presentato un’interrogazione al premier Matteo Renzi; ora anche i deputati Pd Alessia Rotta e Vinicio Peluffo hanno inviato un’interrogazione al presidente della Commissione di Vigilanza Rai Anna Maria Tarantola e al direttore generale Rai Luigi Gubitosi per chiedere se, in seguito alle querele contro Ranucci, si stia garantendo il diritto alla libertà di informazione o meno. Scrivono i due deputati, facendo particolare riferimento alla querele di Tosi: “Si tratterebbe dell’ennesima querela preventiva del sindaco di Verona che finora ha diramato tramite giunta circa 69 proposizioni di querela, con il relativo notevole esborso finanziario a carico del comune di Verona, delle quali soltanto una si sarebbe risolta in un giudizio di condanna ai danni del querelato”. E proseguono: “Siamo intervenuti a tutela di un principio garantito dall’articolo 21 della Costituzione: la libertà di informare. La verità è trasparenza e se la politica è trasparente, nulla ha da temere dall’informazione”.

Nei giorni scorsi la bufera si era scatenata in seguito ad un video nel quale veniva ripresa un finta trattativa tra l’ex leghista Sergio Borsato e Ranucci per la vendita di un filmato compromettente sul sindaco e altri personaggi del panorama scaligero, come il presidente del Parco Scientifico Maurizio Filippi, l’assessore Giorlo e l’ex vicesindaco Giacino. Filippi e Giorlo hanno denunciato a loro volta Ranucci. Il commento del giornalista è stato: “È successa una cosa di una gravità assoluta, che non ha precedenti in Italia e nel mondo. Di certo, nella trasmissione, garantirò molto di più queste persone di quanto abbia fatto Tosi dando in pasto ai media dei video che riprendono una fase di accertamento delle notizie. Non capisco perché queste persone querelino me e non chi ha diffuso queste informazioni senza fare alcuna verifica. Io mi assumo la responsabilità di quello che manderò in onda e mi difenderò solo con il mio lavoro. E non ho mandanti politici: il mio editore di riferimento è chi paga il canone Rai. È evidente che si è voluto scatenare questo polverone per danneggiare la mia inchiesta”. E conclude: “Già Verona è una città difficile, dove le cose si vengono a sapere grazie agli esposti anonimi. Con la diffusione dei video, si è voluto fare in modo di dare una brusca frenata al mio lavoro. Ma se dovesse passare una modalità di questo tipo, sarebbe la fine del giornalismo d’inchiesta”.

Federica Sterza

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