Renzi: "Sullo ius soli non ci arrendiamo". Sfida al M5S sul biotestamento
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Renzi: "Sullo ius soli non ci arrendiamo". Sfida al M5S sul biotestamento

venerdì 1 dicembre, 2017

ROMA, 1 DICEMBRE – Matteo Renzi è tornato a parlare di ius soli, e lo ha fatto rinnovando il proprio impegno e quello del PD affinché la legge, attualmente all’esame delle camere, venga approvata prima di fine legislatura. “Non ammaineremo la bandiera, vediamo come va la discussione parlamentare ma non ammainiamo nulla, ancor più di una legge alla quale abbiamo lavorato tanto” ha dichiarato il segretario del PD.

Renzi ha inoltre affrontato il tema biotestamento, sottolineando come il capogruppo del Partito Democratico, Luigi Zanda, ne proporrà nel corso della prossima settimana la calendarizzazione in Parlamento, ed auspicando un dibattito “umano” e non “politico” sul punto. L’ex premier ha poi lanciato il guanto di sfida al MoVimento 5 Stelle: “vediamo cosa farà M5S” ha infatti dichiarato.[MORE]

Dal fronte pentastellato fanno sapere che non ci sarà alcun dietrofront, e che i parlamentari si schiereranno nuovamente (dopo il voto alla Camera ndr) a favore della legge. A garantirlo è stato Alessandro Di Battista, che ha anche evidenziato come il testo nasca dal lavoro del MoVimento, e che ormai anche gli ultraconservatori non avranno più alibi “dopo le parole del papa”.

Anche Matteo Salvini si è dichiarato disponibile ad affrontare l’argomento biotestamento, “appena Renzi scende dal treno”. Il leader del carroccio ha affermato che “se la legge sarà questa, ne discuteremo”, professandosi, al contempo, contrario all’eutanasia: “la morte di stato non mi piace, ma quello che mi chiedono le famiglie è accompagnare ad una buona vita i malati di oggi”.

Ma cosa prevede il testo licenziato dalla Camera dei Deputati? Il nucleo centrale della proposta di “norme in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento sanitario” è l’introduzione del diritto, per i pazienti, di rifiutare le terapie, nutrizione ed idratazione artificiali.

Il perno su cui è costruita l’intera disciplina è il consenso informato: non possono essere iniziati o proseguiti trattamenti sanitari se non con il consenso libero ed informato della persona interessata. Ogni maggiorenne, capace di agire, avrà dunque il diritto di rifiutare o revocare il consenso prestato a qualsivoglia trattamento.

Altra novità sarebbe l’introduzione del divieto di accanimento terapeutico, per pazienti con prognosi negative a breve termine o imminenza di morte: in tali casi, i medici dovranno astenersi da irragionevoli ostinazioni nelle cure e dal ricorso a trattamenti inutili e sproporzionati. Via libera anche alla sedazione profonda.

Quanto ai minori ed agli incapaci, il consenso è espresso dai genitori o dal tutore, anche tenuto conto della volontà del minore, della sua età e del grado di maturità.

La legge prevede inoltre la possibilità di esprimere anticipatamente le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, compreso il consenso o il rifiuto all’idratazione e la nutrizione artificiali. Dopo aver acquisito le informazioni necessarie, infatti, il maggiorenne potrà redigere le proprie Dat (dichiarazioni anticipate di trattamento) con atto pubblico o scrittura privata autenticata. Sarà possibile provvedervi anche con altre modalità che consentano a persone disabili di comunicare.

Resta, infine, ferma la possibilità per i medici di essere obiettori di coscienza, rifiutandosi così di interrompere le cure. In tal caso, il paziente avrà comunque diritto di rivolgersi ad un altro medico nell’ambito della stessa struttura sanitaria.

Paolo Fernandes

Foto: tpi.it


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