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Renzi,"si alle riforme,no al mercimonio".Nel falso in bilancio,eliminate le soglie di non punibilità

ROMA, 16 FEBBRAIO 2015 - L'emendamento del governo, introduce una differenziazione e elimina le soglie di non punibilità per il reato di falso in bilancio.[MORE]

La differenziazione prevista nell'emendamento stabilirebbe un doppio binario di punibilità, individuando due differenti pene legate al volume d'affari, ancora da decretare, delle società. Precisamente, da 2 a 6 anni al di sopra del tetto che verrà individuato e da 1 a 3 anni, al di sotto. La cifra di riferimento accennata, sembrerebbe ruotare intorno ai 600 mila euro ma non è stato, ad oggi, determinato l'effettivo ammontare. Il doppio binario presente nell'emendamento servirebbe a non esporre troppo le società di piccole dimensioni, spesso sprovviste di completi profili tecnici e di conseguenza maggiormente tendenti agli errori. Originariamente erano state previste soglie di non punibilità per le società non quotate, in caso di omissioni o falsità che avrebbero implicato variazioni, non valicanti il 5%, nel risultato economico.

Appena la stesura del testo sarà terminata, il documento verrà inoltrato alla commissione Giustizia del Senato, esaminante il ddl anticorruzione, contenente misure inerenti al falso in bilancio. Nel frattempo il premier Renzi, ha parlato alla direzione Pd, affrontando numerosi argomenti, per la politica estera ha evidenziato le differenze tra Italia e Grecia in merito al rispetto dell'impegni presi con l'eurozona e la volontà, manifestata dal governo italiano, di "cambiare la direzione economica dell'Europa". Ha poi ricordato i prossimi appuntamenti in programma, venerdì la legge sulla concorrenza e il decreto per attrarre investimenti esteri, almeno tre decreti attuativi della delega fiscale (fatturazione elettronica, ruling internazionale, nuovo regime fiscale per Partite Iva con bassi livelli di fatturato), Jobs Act e Green Economy, mentre la riforma della scuola slitterà all'ultimo consiglio dei ministri di febbraio.

Toni polemici sono emersi trattando del rapporto con le opposizioni "resta aperto fino all'ultimo il filo del dialogo" ma "non con un mercimonio di emendamenti, perchè non è il mercante in fiera e non è accettabile un do ut des". Dalla minoranza Pd giungono disaccordi sulla maratona di votazioni effettuata con l'assenza delle opposizioni, da Civati a Cuperlo e D'Attorre, i dem sostengono la necessità di fare rientrare le opposizioni nel dialogo attivo sulle riforme, ricordando che causa dell'attuale situazione è stata proprio il rifiuto del dialogo, perpetrato con l'accordo del Nazareno.

 

Fonte foto: qn.quotidiano.net

Ilary Tiralongo